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sabato 3 novembre 2012

LENDINARA, L'ATENE DEL POLESINE

Percorrendo la Transpolesana tra Rovigo e Verona, si incrocia l’uscita che porta aLendinara,12.000 abitanti circa, in provincia di Rovigo, importante centro agricolo ed industriale ma anche storico, artistico, culturale e religioso. La città è piuttosto antica, come fanno pensare reperti archeologici scoperti in zona, ma la sua storia inizia a dipanarsi in epoca medioevale, quando vengono costruite dalle varie signorie locali il castello, palazzi, chiese ed abbazie. L’attività agricola e la pastorizia erano le principali fonti di sussistenza della popolazione nel periodo tra il medioevo ed il rinascimento quando Lendinara, pur nei passaggi di mano tra una signoria e l’altra, sviluppo anche arti, commerci ed artigianato. Tra questi l’arte della lana, i laboratori per la concia delle pelli, le falegnamerie, di cui nacque anche una vera e propria “scuola”, le fornaci di mattoni; sorsero numerosi fondaci e botteghe, mentre non pochi furono i figli delle più ricche famiglie lendinaresi che proseguirono gli studi nelle università di Ferrara, Bologna, Padova. La popolazione locale ha sempre dimostrato moltissima devozione, come dimostrano le innumerevoli opere religiose presenti fin dal periodo medioevale, come il Santuario della Beata Vergine del Pilastrello, meta di pellegrinaggi , o la chiesa di San Biagio, eretto sulla riva dell’Adigetto, il fiume-canale che, dopo essersi staccato dall’Adige, attraversa il paese e ancora la millenaria Chiesa di Santa Sofia, cattedrale di Lendinara. In piazza Risorgimento fa bella mostra di se il Palazzo Pretorio, caratterizzato da un grande  portale, una delle costruzioni più antiche dell’intero Polesine, trasformato da castello che era in origine a palazzo di rappresentanza del potere civile e militare ferrarese e veneziano. Notevole anche la Torre dell’Orologio ed il quattrocentesco Teatro Ballarin, costruito come magazzino per le granaglie e trasformato successivamente ed utilizzato tutt’oggi. Al fiorire congiunto di arte ed economia, seguì una maggiore tutela del territorio reso paludoso dalle frequenti alluvioni; l 'economia si sviluppò con l'incremento di produzione agricola e successivamente anche alla fondazione della prima stamperia, facendo di Lendinara un centro culturale di prim’ordine tanto da essere definita “l’Atene del Polesine”. Il progressivo decadimento avvenne verso la fine del XIX secolo, dovuto a crisi economiche generali che spinsero parte della popolazione all’emigrazione verso il Sudamerica. In seguito, come un po’ tutto il Nordest, si è sviluppata una discreta produzione industriale, soprattutto nei settori dell'arredamento, abbigliamento, calzature e agricoltura. A Lendinara resiste il mito del patrono San Marco, che viene festeggiato con una grande fiera fin dal 1600; la manifestazione dura tre settimane con una serie di eventi ed incontri; numerosissimi i turisti che vengono in paese in tale occasione, per visitare le varie mostre, ascoltare concerti fare acquisti di piante e fiori o di prodotti tipici artigianali ed enogastronomici. Oltre ai tanti prodotti agricoli tipici del Polesine, una delle specialità locali è latorta Puazza, a base di mandorle e dedicata alla statua che decora il Palazzo Pretorio del bellissimo centro storico di Lendinara.

Fonte: www.mondodelgusto.it

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