Oltre alla sua funzione purificatrice, il battesimo è indispensabile per accedere alla salvezza personale segnando la vera nascita sociale dell'individuo: senza di esso non c'è nessuna identità, nessuna esistenza nel mondo terreno e nessuna salvezza dopo la morte. E' allora che si istituiscono i più attivi legami di parentela spirituale costituiti dal padrinaggio e dal comparaggio. I genitori sono esclusi dal rito battesimale in quanto trasmettono al figlio la colpa del peccato originale cedendo il posto ai padrini e alle madrine che pronunciano le parole rituali, gli danno il nome e si fanno garanti dell'educazione cristiana: in questo modo si da valore alla parentela spirituale svalutando la parentela carnale. Il ruolo del padrino nell'educazione del bambino è teorica prescrivendone l'intervento solo in mancanza dei genitori. In alcuni ambienti si cercano compari più per i genitori stessi che non per i bambini per stabilire una relazione pensata in termini di amicizia e di fraternità.
Già nel VI secolo i re merovingi utilizzano il comparaggio per mettere fine alle loro lotte fratricide e restaurare tra loro delle relazioni pacifiche; in altri contesti come a Firenze di fine Medioevo avere come compare un ricco negoziante significa sia beneficiare della sua protezione sia entrare nella sua clientela politica ed economica. Molto importante era anche il padrinaggio in ragione del suo ruolo nel rituale del battesimo: questo è quanto conferma lo sviluppo degli interdetti matrimoniali. Se le proibizioni principali sono stabilite dal Codice di Giustiniano nel 530 esse si allargano in Occidente nel XII secolo. Anche attraverso il battesimo si stabilisce la filiazione degli uomini nei confronti di Dio: il bambino rinasce dall'acqua lustrale come figlio di Dio divenendo quindi proprio Figlio di Dio. Il battesimo è un'adozione divina. Dio, certamente, crea tutti gli uomini a sua immagine e somiglianza ma non è in virtù di questa relazione che sono suoi figli, visto che questa somiglianza, corrotta dal peccato originale può essere restaurata solo dal battesimo. Così la paternità di Dio non definisce l'umanità intera ma è un onore che spetta solo ai cristiani tramite il battesimo. Attraverso il battesimo il cristiano diviene anche Figlio della Madre Chiesa che gioca con l'ambiguità che le conferisce la parola "ecclesia" presa come accezione originale di comunità di tutti i cristiani e la tendenza che la identifica con i suoi membri clericali. La maternità della Chiesa appare come il corrispettivo femminile della paternità di Dio. Già Agostino afferma che come Dio è Padre, la Chiesa è Madre perchè dà la nascita al cristiano nel battesimo. Le finti battesimali sono l'organo del parto; l'iscrizione del battistero del Laterano, verso il 440, afferma che "la madre Chiesa partorisce in queste acqua il frutto verginale che essa ha concepito dal soffio di Dio". Il battesimo viene quindi concepito come un parto spirituale e viene attribuita alla Chiesa anche una funzione nutrice che rafforza il suo status materno.
Già nel VI secolo i re merovingi utilizzano il comparaggio per mettere fine alle loro lotte fratricide e restaurare tra loro delle relazioni pacifiche; in altri contesti come a Firenze di fine Medioevo avere come compare un ricco negoziante significa sia beneficiare della sua protezione sia entrare nella sua clientela politica ed economica. Molto importante era anche il padrinaggio in ragione del suo ruolo nel rituale del battesimo: questo è quanto conferma lo sviluppo degli interdetti matrimoniali. Se le proibizioni principali sono stabilite dal Codice di Giustiniano nel 530 esse si allargano in Occidente nel XII secolo. Anche attraverso il battesimo si stabilisce la filiazione degli uomini nei confronti di Dio: il bambino rinasce dall'acqua lustrale come figlio di Dio divenendo quindi proprio Figlio di Dio. Il battesimo è un'adozione divina. Dio, certamente, crea tutti gli uomini a sua immagine e somiglianza ma non è in virtù di questa relazione che sono suoi figli, visto che questa somiglianza, corrotta dal peccato originale può essere restaurata solo dal battesimo. Così la paternità di Dio non definisce l'umanità intera ma è un onore che spetta solo ai cristiani tramite il battesimo. Attraverso il battesimo il cristiano diviene anche Figlio della Madre Chiesa che gioca con l'ambiguità che le conferisce la parola "ecclesia" presa come accezione originale di comunità di tutti i cristiani e la tendenza che la identifica con i suoi membri clericali. La maternità della Chiesa appare come il corrispettivo femminile della paternità di Dio. Già Agostino afferma che come Dio è Padre, la Chiesa è Madre perchè dà la nascita al cristiano nel battesimo. Le finti battesimali sono l'organo del parto; l'iscrizione del battistero del Laterano, verso il 440, afferma che "la madre Chiesa partorisce in queste acqua il frutto verginale che essa ha concepito dal soffio di Dio". Il battesimo viene quindi concepito come un parto spirituale e viene attribuita alla Chiesa anche una funzione nutrice che rafforza il suo status materno.
Fonte: La Civiltà Feudale, Gerome Baschet, Newton & Compton
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