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giovedì 25 agosto 2011

LA PATERNITA' DEGLI ECCLESIASTICI

Come gli altri cristiani, gli ecclesiastici sono figli di Dio e della Chiesa ma sono anche padri: è attraverso il battesimo che lo stato del prete si manifesta più chiaramente. Ricopre il ruolo di rappresentante di Dio sulla terra  e permette il compimento del parto per Dio e la Chiesa in virtù del suo status di membro della Chiesa in quanto istituzione. Unici a poter conferire i sacramenti, i preti sono i mediatori obbligati della parentela divina; attraverso loro si instaura per i cristiani la paternità di Dio e la maternità della Chiesa. Il rapporto di paternità non esprime solo la dualità tra chierici e laici ma anche gerarchie in seno al clero e analogamente i legami di dipendenza tra le fondazioni ecclesiastiche sono anche legami di parentela spirituale unitamente agli alberi monastici che si innalzano al fondatore di un ordine mostrando in questo non la parentela carnale del santo ma l'ampiezza della sua fecondità.
Infine se la posizione degli ecclesiastici è contestata dalle eresie, essa conosce un'evoluzione all'interno stesso della Chiesa. Così i membri degli ordini mendicanti si fanno chiamare "fratelli" anche dai laici. La paternità spirituale dei chierici è la garanzia della loro autorità che si articola con la pratica del celibato. L'ecclesiastico si sottrai ai legami della parentela carnale acquisendo la possibilità di divenire padre spirituale. La posizione del clero sembra analogamente caratterizzata da una unione matrimoniale spirituale, così le monache di clausura sono "fidanzate di Cristo" e il vescovo sposa la sua Chiesa in un riturale caratterizzato dalla consegna dell'anello. Dal momento che il vescovo è anche figlio della Chiesa allo stesso titolo di tutti i battezzati, la congiunzione tra un rapporto di filiazione ed alleanza matrimoniale ha portato a parlare di "incesto simbolico". 

Fonte: La Civiltà Feudale, Gerome Baschet, Newton & Compton

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