Gli ecclesiastici ne ammettono la localizzazione sotterranea e sottolineano che i dannai soffrono qui due specie di pene una spirituale e l'altra corporea. La più terribile è il dam cio la privazione di Dio alla quale si aggiungono diversi tormenti psicologici (disperazione, rimorso, rabbia...). Il fuoco che brucia senza illuminare è la principale pena corporea. L'iconografia indica che la minaccia infernale si fa insistente durante i secoli medievali: il suo vero e proprio sviluppo è situato nell'XI secolo nel momento in cui l'iconografia del Giudizio Universale inizia ad affermarsi. L'inferno diventa oggetto di una strutturazione interna che manifesta la costituzione di un vero e proprio sistema penale dell'aldilà. Esiste una logica del castigo poiché ciascuno dei luoghi così isolati è destinato alla punizione di un vizio particolare, generalmente uno dei sette peccati capitali. La funzione dell'inferno è quello di far vedere il crimine che giustifica la pena convertendolo in lezione morale (vedasi contrappasso in Dante).
La paura dell'inferno è un incitamento alla confessione tanto importante dal IV concilio lateranense in poi. Sul cammino del peccato dall'inferno un crocevia permette di cambiare destinazione: la confessione che come un nuovo battesimo lava dal peccato o addirittura lo cancella. L'utilizzazione dei sette peccati capitali è l'unico modo per guidare l'esame di coscienza indispensabile alla confessione. L'immagine dell'inferno non è solo da stimolo alla confessione ma indica al fedele come deve procedere. Ma quali sono i limiti della minaccia infernale? Giordano da Pisa all'inizio del XIV secolo, indica che numerosi fedeli credono alla terribile ferocia dei tormenti infernali ma pensano di potervi sfuggire. L'inferno quindi può essere l'oggetto di una credenza non efficace il che costituisce un limite al funzionamento del sistema ecclesiastico. La rappresentazione dell'inferno mira a far confessare più che ad impaurire...
La paura dell'inferno è un incitamento alla confessione tanto importante dal IV concilio lateranense in poi. Sul cammino del peccato dall'inferno un crocevia permette di cambiare destinazione: la confessione che come un nuovo battesimo lava dal peccato o addirittura lo cancella. L'utilizzazione dei sette peccati capitali è l'unico modo per guidare l'esame di coscienza indispensabile alla confessione. L'immagine dell'inferno non è solo da stimolo alla confessione ma indica al fedele come deve procedere. Ma quali sono i limiti della minaccia infernale? Giordano da Pisa all'inizio del XIV secolo, indica che numerosi fedeli credono alla terribile ferocia dei tormenti infernali ma pensano di potervi sfuggire. L'inferno quindi può essere l'oggetto di una credenza non efficace il che costituisce un limite al funzionamento del sistema ecclesiastico. La rappresentazione dell'inferno mira a far confessare più che ad impaurire...
Fonte: La Civiltà Feudale, Gerome Baschet, Newton & Compton
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