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venerdì 4 aprile 2014

ROBERTO GROSSATESTA E GLI STUDI MEDIEVALI SUGLI UNIVERSI PARALLELI

File:Robert Grosseteste.jpg

Quante volte ci siamo chiesti se oltre all'universo conosciuto e in cui viviamo ve ne siano altri? Probabilmente è la prima domanda che ci facciamo quando iniziamo a studiare le materie scientifiche a scuola. Tale domanda se la pose durante il medioevo un teologo di nome Roberto Grossatesta che nel 1225 scrisse il De Luce, un testo le cui idee sono alla base dei moderni studi sul cosmo. Alcuni studiosi hanno tradotto il testo medioevo scoprendo, con sorpresa, che le teorie descritte sono compatibili con le attuali teorie sugli universi multipli. La cosa è particolare se si ricorda il fatto come nel Medioevo, dove la Chiesa deteneva il primato della dottrina e guardava con occhio di sfida ed inquisitoriale le ricerche scientifiche, si desse spazio a queste teorie nuove che potevano portare a conseguenza di certo poco piacevoli. Grossatesta nel 1225 iniziò a studiare opere di Aristotele circa il moto delle stelle e della terra in un insieme di nove sfere concentriche proponendo per la sua teoria del "Big Bang" un forte fascio di luce che avrebbe generato l'universo. L'Università di Durham e il suo fisico Tom McLeish hanno tradotto il testo del teologo traducendo testo, simboli, e le complicate equazioni differenziali alla base della ricerca. Secondo McLeish "si è tentato di scrivere matematicamente ciò che l'autore ha detto in latino e le equazioni ottenute sono state risolte dai computer e proprio grazie alla matematica si sta esplorando un universo completamente nuovo". Come riporta lo scritto di Grossatesta la luce e la materia, accoppiate insieme, e quando dall'impulso iniziale la loro espansione raggiunge una densità minima entrano in uno stato superiore e il processo di accrescimento si blocca. La sfera emette il "lumen" una fonte di luce che purifica la materia imperfetta comprimendola fino a raggiungere uno stato ideale trasformandosi a sua volta in lumen. Il processo prosegue a ritroso lasciando solamente la Terra. 

Nel Periodo che va dal 1220 al 1235 ha scritto:

  • De sphera, un lungo testo su vari argomenti.
  • De accessione et recessione maris. sulle maree.
  • De lineis, angulis et figuris, sulle argomentazioni matematiche nelle scienze naturali.
  • De iride, sul fenomeno dell'arcobaleno.

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