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martedì 15 aprile 2014

LE RELIQUIE

File:Eid auf die Reliquien.jpg

L’antichità ebraica aveva conservato certi oggetti speciali, capaci di provare un contatto fisico con Dio; cose tangibili, anche se la manipolazione e il trasporto dell’Arca che li conteneva erano riservati ai soli sacerdoti consacrati. La sensibilità cristiana ereditò questo lascito religioso e culturale, e lo accentuò alla luce di un fatto: fulcro della nuova fede era la venuta del Messia, che aveva preso una carne perfettamente umana; passato attraverso una vicenda di nascita, morte e resurrezione, aveva pertanto lasciato dietro di sé una certa quantità di oggetti che gli erano appartenuti. Reliquiae, in latino, ovvero “ciò che resta”; il mondo medievale li chiamerà anche sacra pignora (sacri pegni). La prima reliquia di Gesù citata nei vangeli sono quei panni sepolcrali che Pietro e Giovanni scorgono nel sepolcro vuoto; secondo uno scritto apocrifo del secolo IV (la Vita di santa Nino) la moglie di Ponzio Pilato li avrebbe raccolti e custoditi. Negli Atti degli Apostoli (19, 12) si legge così: Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui, e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. A Roma, già in epoca paleocristiana, i fedeli compivano pellegrinaggi presso la tomba di Pietro sepolto in un’umile fossa di terra accanto al luogo del martirio, sul colle Vaticano; in seguito, quando la tomba fu racchiusa in monumenti via via più splendidi, si lasciò comunque un lungo pozzetto di comunicazione nel quale i chierici calavano dei brandea (fazzoletti) per consacrarli grazie al contatto con la salma venerata. Durante le persecuzioni, il gusto dei romani per gli spettacoli violenti offriva scene raccapriccianti: quando fu decapitato san Cipriano vescovo (14 settembre 258), i cristiani misero pezzi di stoffa sotto il patibolo perché s’impregnassero del suo sangue. Come l’impuro per gli ebrei era in grado di contaminare cose o persone con cui venisse a contatto, nel pensiero cristiano il sacro si diffonde tramite una specie di divino “contagio”, moltiplicando la possibilità di guarire dal male fisico o spirituale. La reliquia, rimanenza e sede di una verità superiore, ne era il veicolo.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

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