Luni da cui prende il nome la lunigiana: parte finale della Liguria e iniziale della Toscana, era un’antica città romana. Potente città marinara ebbe una storia molto travagliata che si estende dall'età Repubblicana sino al XIII secolo, con molte vicissitudini degne di un romanzo. Fondata nel 177 a.C. dai romani con lo scopo d'avere un punto avanzato contro i Liguri Apuani, Luni conobbe poi la sua fama per il porto da cui, da cui si imbarcavano i marmi apunani, gli alberi appenninici e i prodotti tipici dell'entroterra come formaggi e vini locali, citati da Marziale e da Plinio. Il periodo di splendore Luni lo ebbe in età ugustea e giulio-claudia. In questo ultimo periodo, grazie al vicino marmo la città fu abbellita di monumenti che resero Luni un centro opulento e rinomato. Luni era strutturata in modo militare, attraversata dal decumano, costituito dalla via Aurelia e dal cardo, che collegava il foro alla zona del porto. Sul foro si trovavano le facciate degli edifici pubblici e religiosi come il Capitolium. Il bell’anfiteatro è databile all'età degli Antonini. Con l'era cristiana Luni ebbe un papa: Eutichiano, eletto nel 272, e la sua importanza fu tale che nel V secolo divenne come vescovile. Col tardo impero cominciò la decadenza di Luni.
I Goti, nel VI secolo, la saccheggiarono, nel 552 fu coinvolta nella guerra gotica con l'assedio e la riconquista da parte delle truppe dell'Impero d'Oriente comandate da Narsete. Sotto il controllo di Costantinopoli Luni divenne capitale della Provincia Maritima Italorum. Centro nevralgico di una serie di costruzioni difensive fatte costruire da Belisario per proteggere e controllare la Via Aurelia. Questo fu un nuovo periodo di periodo di prosperità sia per la ripresa delle attività navali e commerciali, sia come centro militare. Il 642 fu un anno particolare e drammatico: discesero in Liguria i Longobardi che bruscamente spazzarono via il dominio Imperiale. Se dapprincipio la conquista longobarda isolò Luni senza tuttavia sottometterla tuttavia la presenza degli invasori fece si che le attività commerciali decadessero avendo scelto come centri nevralgici Carrara per i commerci e Lucca come punto militare. Anche il potere vescovile fu attaccato, preferendo il Longobardi i monaci di Brugnato prima, e poi inglobando la città nella diocesi di Lucca. Col regno di Liutprando la città divenne longobarda, e fu inglobata nel ducato di Lucca perdendo la supremazia marinara; infatti sorgeva in quel periodo la prosperità di Pisa come città marinara. Quando arriveranno i Franchi a spodestare il dominio longobardo la città ebbe nuovo lustro dovuto sopratutto alla presenza del Vescovo-Conte che ebbe anche il feudo di Carrara. In tale periodo è da ricordare l'edificazione del duomo: la Cattedrale di S.Marco. Il IX secolo portò la rovina alla città di Luni. Due saccheggi la devastarono prima gli arabi nell'849 e poi i vichinghi nell'860. Il saccheggio vichingo fu talmente violento che per anni i superstiti si trasferirono a Carrara, abbandonando la città. Il lento ripopolamento della città, ma sopratutto la costante presenza della sede vescovile fece si che il re d'Italia Berengario I ristabilisse nel 900 i privilegi feudali pregressi. La posizione strategica della città di Luni sia terrestre (punto di crocevia fra la costa e l'interno) che marittimo riportarono nuovamente nuovo lustro. Sotto il regno di Oberto I il nord Italia era unificato e gli scambi commerciali facilitati; Luni aveva addirittura una delegazione vescovile a Pavia; nonostante razzie di pirati arabi, Luni continuò in questa nuova fase di crescita. Il re d'Italia Berengario II nominò Oberto marchese di Luni. Nel 945 l'Imperatore Ottone I nominando Oberto Conte gli assegnò il comando anche su Carrara e sui suoi castelli, Tortona e la nascente Repubblica di Genova. Nel 951 Il conte Oberto estese i suoi domini ricevendo da Ottone I il comando sulla Marca Ligure Orientale l'odierna Liguria orientale, sulla Toscana settentrionale e nell'entroterra fino a Tortona, Parma e Piacenza. Tale potenza di Luni si ripeteva nel potere vescovile della città che si estendeva alle città di Carrara, Massa,Ameglia, Sarzana e Vezzano Ligure. Il massimo era raggiunto da adesso inizierà la lenta e progressiva decadenza di Luni. Nel 998 il vescovo di Luni per sfuggire alle incursioni arabe e alla malaria trasferì la sua sede a Carrara; la famiglia degli Obertenghi oramai numerosa spartì lentamente e costantemente i suoi possedimenti, da tali spartizioni nasceranno le future famiglie degli Adalberti, Malaspina, Este, Pallavicino, Massa, Corsica, Parodi. La Marca ligure oramai non aveva più un controllo unitario. Nel 1015 la città di Luni conobbe il suo periodo peggiore, infatti il califfo arabo Mujāhid al-Āmirī conquistò temporaneamente Luni con la sua flotta di navi proveniente dalla Sardegna; la città divenne un campo di battaglia tra le forze arabe e una coalizione di truppe di terra e di mare della Repubblica di Pisa e della Repubblica di Genova, guidate dal papa Benedetto VIII. Quando gli arabi alla fine furono costretti a ritirarsi Luni era distrutta. Nel 1033 il piccolo paese di Arcola, già appartenuto a Oberto di Luni, entrò a far parte del dominio dei vescovi di Luni. Tra il 1040 e il 1054 la diocesi di Luni perse definitivamente la giurisdizione sulle isole della Gorgona, della Capraia, del Tino, del Tinetto e della Palmaria, che vennero spartite tra le diocesi di Pisa e Genova. Nel 1055 il vescovo Guido di Luni strinse un patto di alleanza con il nobile Rodolfo di Casola per la costruzione del castello di Soliera, che sarebbe stato amministrato congiuntamente dai due domini. All'aumento del potere dei vescovi di Luni andò di pari passo la decadenza della città, che non rimase abitabile ancora per molto: oltre alla malaria e ai pirati, il progressivo insabbiamento del porto ne decretò la fine economica. Le attività portuali si trasferirono in parte ad Ameglia e lungo la foce del fiume Magra, anche se si hanno notizie di sporadici approdi al vecchio porto di Luni fino al XII secolo. Nel 1058 l'intera popolazione di Luni si trasferì a Sarzana; altri gruppi di profughi fondarono gli abitati di Ortonovo e Nicola e la città venne definitivamente abbandonata. Nonostante l'abbandono della città il titolo di vescovo o conte di Luni sarà ancora adottato per molti secoli dalle autorità civili e religiose della zona. I vescovi di Luni, in particolare, sposteranno la loro sede vescovile a Sarzana nel 1204.
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Articolo di Luigi Caliendo direttore provinciale di Genova e Savona. Tutti i diritti riservati.
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