Pagine

giovedì 5 aprile 2012

IL CORPUS DOMINI

La solennità del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata solennità del santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali solennità dell'anno liturgico della Chiesa cattolica. Si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità oppure la nona domenica dopo quella di Pasqua. Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa in Cena Domini del Giovedì Santo. Venne istituita l'8 settembre 1264 da papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de hoc mundo, promulgata da Orvieto ove il pontefice risiedeva. L'anno precedente si era anche verificato un evento prodigioso nella diocesi orvietana, presso Bolsena (miracolo di Bolsena, le cui reliquie si conservano nel duomo di Orvieto).
La venerazione del Santissimo Sacramento nacque in Belgio nel 1246 come festa della diocesi di Liegi. Il suo scopo era quello di celebrare la reale presenza di Cristo nell'Eucaristia. L'introduzione di questa festività nel calendario cristiano la si deve principalmente ad una donna, suor Giuliana di Cornillon, una monaca agostiniana vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Da giovane avrebbe avuto una visione della Chiesa con le sembianze di una luna piena, ma con una macchia scura, ad indicare la mancanza di una festività.
Nel 1208 ebbe un'altra visione, ma questa volta le sarebbe apparso Cristo stesso, che le chiese di adoperarsi perché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento, per ravvivare la fede dei fedeli e per espiare i peccati commessi contro il Sacramento dell'eucarestia. Dal 1222, anno in cui era stata nominata priora del convento di Mont Cornillon, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo per chiedere l'istituzione della festa. Scrisse una petizione anche ad Ugo di Saint-Cher, all'arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon (futuro Urbano IV) e a Roberto de Thourotte, vescovo di Liegi. Furono proprio l'iniziativa e le insistenti richieste della monaca a far sì che, nel 1246, Roberto de Thourotte convocasse un sinodo ed ordinasse, a partire dall'anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini. All'epoca i vescovi avevano infatti la facoltà di istituire festività all'interno delle loro diocesi. Si dovette aspettare però il 1264, alcuni anni dopo la morte di suor Giuliana e di Roberto de Thourotte, perché la celebrazione fosse estesa a tutta la Chiesa universale. Durante il periodo delle guerre di religione in Francia (in verità tra il 1540 e il 1600, cioè in un arco temporale leggermente più lungo), la processione del Corpus Domini fu un'occasione di gravi perturbazioni della pace. Infatti per i Calvinisti (noti in Francia come Ugonotti) la transustanziazione è una leggenda priva di fondamento, e persino offensiva nei confronti della reale religione evangelica. Gli Ugonotti facevano la processione oggetto di numerose provocazioni, e veri e propri attacchi alle immagini e all'ostia (che spesso si trasformavano in battaglie), oppure semplicemente dimostravano la loro diversità religiosa (non stendendo alla finestra le tovaglie che, tradizionalmente, le famiglie cattoliche francesi mettevano in mostra in omaggio alla processione, lavorando ostentatamente alle finestre o davanti agli usci ecc.). Sovente inoltre le folle cattoliche si radunavano per la processione e poi attaccavano i protestanti in massa, sia con omicidii che con "semplici" bastonature, e magari saccheggi e torture, oppure chiedevano il perdono e la benedizione ecclesiastica per le violenze che avevano perpretrato nei giorni precedenti proprio in occasione del Corpus Domini. Fino alla metà del '600 in certe zone della Francia la processione del Corpus Domini fu quindi accompagnata da massici schieramenti di forza pubblica, e con i fedeli in genere armati e pronti a difendere l'ostia da eventuali profanazioni. Questa festa è di precetto e viene celebrata il giovedì della II settimana dopo la Pentecoste. A Orvieto, dove fu istituita e a Roma la celebrazione, dov'è presieduta dal Romano Pontefice, si svolge infatti il giovedì dopo la solennità della SS. Trinità nell'Arcibasilica Cattedrale di S. Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la processione tradizionale fino alla basilica di Santa Maria Maggiore; il Santo Padre la presiede in quanto Vescovo di Roma. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è anche festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino. Invece in Italia, e in quelle nazioni dove essa non è festa di precetto, si celebra la domenica successiva, in conformità con le Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario. In Italia, il senatore della Svp Oskar Peterlini ha presentato alla Camera e al Senato un disegno di legge per il ripristino del Corpus Domini quale giorno festivo a tutti gli effetti civili, così come succede in altri Paesi europei (Camera ddl. n. 1647 e Senato n. 940). Il 29 aprile 2008 è stato ripresentato di nuovo tale disegno di legge al nuovo Parlamento. Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall'Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della II settimana dopo Pentecoste con la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla anche la domenica successiva. Numerose diocesi, in Italia, continuano a proporre ai fedeli la Celebrazione e la Processione Eucaristica, a livello diocesano, il giovedì lasciando per la domenica la Celebrazione e la Processione parrocchiale alla domenica. In occasione della solennità del Corpus Domini si porta in processione, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un'ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. È l'unica processione dell'anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico. Papa Urbano IV incaricò Tommaso d'Aquino di comporre l'officio della solennità e della messa del Corpus et Sanguis Domini. In quel tempo, era il 1264, San Tommaso risiedeva, come il ponteficie, sull'etrusca città rupestre di Orvieto, nel convento di San Domenico (che, tra l'altro, fu il primo ad essere dedicato al santo iberico). Il Dottor Angelicus insegnava Teologia nello Studium (l'università dell'epoca) orvietano e presso S. Domenico si conserva ancora la sua cattedra e il crocifisso ligneo che gli parlò. Tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell'officio composto per il Corpus Domini, Gesù - attraverso quel crocifisso - abbia detto: "Bene scripsisti de me, Thoma". L'inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange Lingua; un altro inno dedicato è il Sacris solemniis, specialmente nella sua sezione finale (che costituisce il Panis Angelicus). Esiste anche una sequenza per il Corpus Domini: il Lauda Sion Salvatorem. La solenne festività del Corpus et Sanguis Domini è - con la Palombella (Pentecoste) e la Festa dell'Assunta (patrona cittadina, per Mezzagosto) - la festa di Orvieto. La trimillenaria città del tufo, etrusca Velzna (presso cui sorgeva il Fanum Voltumnae) e Urbs Vetus medievale residenza papale, rivive la solennità della cerimonia, sia religiosa che prettamente popolare. Il giovedì del Corpus Domini, dopo la solenne messa in Duomo, esce la processione che percorre le strade intorno alla cattedrale esponendo il Santissimo Sacramento. Il sabato successivo è la volta del Corteo delle Dame, in cui si ripropone la vita cittadina popolare nel Medioevo. Sfilano costumi popolari, cortigiani e delle nobildonne civiche e comitali dei territori assoggettati con scenografie e rappresentazioni, danze e canti medievali, esibizioni di sbandieratori, falconieri, arcieri e balestrieri, sullo sfondo della splendida cornice del Palazzo del Capitano del Popolo. La Domenica, con la processione religiosa che porta per le vie cittadine il Santissimo Sacramento e il reliquiario con il Sacro Corporale del Miracolo di Bolsena, illustrato attraverso gli imponenti stendardi che ritraggono le scene del prodigioso evento, sfila il Corteo Storico di Orvieto, oltre quattrocento figuranti in costumi del tempo, erede delle tradizioni legate alle Sacre Rappresentazioni degli anni Cinquanta, tra i più belli d'Italia. La sacra processione esce dal Duomo, scenario unico e suggestivo, fondendosi nel monumentale centro storico, quasi a fermare il tempo, al rullar dei tamburi e al suono delle chiarine; ogni figurante si cala nel proprio personaggio e il prezioso costume diviene l'abito di una nuova vita per quel solenne giorno: nobili, cavalieri, magistrature, signori, popolani, dame, vessilliferi, autorità civili e militari del potente libero comune medievale che, tra XII e XIV secc. si relazionava con Roma, Siena, Firenze, Perugia (con cui condivideva dimensioni topografiche ed entità demografica), controllando uno Stato che andava dalle Maremme al medio corso del Tevere, dalle Terre Aldobrandesche all'Amiata, alla Val d'Orcia alla Valdichiana. Stoffe, vessilli, bandiere, palii, armi e armature, sono frutti dell'artigianato orvietano, ricreati da studi e ricerche storiche. La tradizionale infiorata si ritrova poi nella bellissima cerimonia che continua a Bolsena, dove la processione si svolge a ridosso dei Vespri e conclude la solennità nei luoghi del più evocativo tra i miracoli eucaristici del mondo cattolico. Une delle più suggestive manifestazioni si svolge la mattina di tale domenica a Campobasso ed è nominata "Festival dei Misteri", in cui tredici carri portati a spalla chiamati "Misteri" vengono trasportati lungo le principali vie del centro del capoluogo molisano. Tali carri rappresentano scene di Santi ispirate dai racconti biblici, e sono considerati dei "quadri viventi" in quanto su ognuno di essi è montata una particolare struttura di una lega molto resistente e nota soltanto al suo ideatore Paolo Saverio Di Zinno, in cui vengono sistemati gli attori, principalmente bambini, vestiti di costumi d'epoca tessuti in modo da nascondere la struttura portante: l'effetto che da allo spettatore è tra l'incredulità e lo stupore in quanto i personaggi sembrano aleggiare sul carro completamente indifferenti alla gravità. Per meglio conservare e far conoscere i Misteri, è stato costruito il Museo dei Misteri, che raccoglie testimonianze fotografiche delle antiche celebrazioni di tale festività, oltre che ai costumi ed alle strutture dei carri. La manifestazione, accompagnata anche da eventi collaterali ha raggiunto notevole importanza, tanto da attrarre ogni anno migliaia di turisti da ogni parte d'Italia e dell'estero. A sottolineare il carattere e lo spessore di tale manifestazione vi è ad esempio la sfilata organizzata per l'Angelus del 27 Giugno 1999 straordinariamente in Piazza San Pietro sotto l'ammirazione di Papa Giovanni Paolo II, e l'iniziativa di far entrare tale manifestazione tra i candidati dei patrimoni dell'umanità immateriali UNESCO. In alcune località, (per esempio a Genzano di Roma, la stessa Bolsena patria dell'evento, Spello classificatasi nel 2002 come infiorata più bella d'Europa, Pievepelago e Fiumalbo in Provincia di Modena, Spotorno, Dasà, Itri, San Pier Niceto), lungo il percorso della processione viene realizzata l'infiorata, un tappeto naturale costituito da petali di fiori. Alcune tradizioni, vogliono che i petali utilizzati per la realizzazione delle opere floreali, debbano essere freschi e raccolti all'albeggiare. A Poggio Imperiale (FG) è tradizione allestire, lungo il tragitto della processione, alcuni altarini detti "tusèlle", dove viene esposto il Sacramento per qualche minuto. I "tusèlle" sono realizzati interamente a mano dalla gente del quartiere, che per l'occasione, caccia fuori dagli armadi le coperte più belle, utilizzate per abbellire l'altarino e il percorso della processione, stendendole sui balconi. A Camaiore, in provincia di Lucca, è tradizione realizzare i tappeti di segatura, invece che con i fiori. Le Associazioni della città, fanno a gara a disegnare sulla via principale, dei quadri, solitamente di ispirazione sacra, esclusivamente con segatura colorata. il lavoro inizia la sera e termina al mattino presto. L'Amministrazione comunale offre un rimborso spese e un'apposita giuria proclama il gruppo vincitore. A Sassari si celebra la festa minore del Gremio dei viandanti, che proprio nel giorno del corpus domini del 1633 venne fondato solennemente nella Chiesa di Sant' Agostino nella Città Turritana. Oltre al sorteggio delle cariche societarie l'associazione di arti e mestieri partecipa alla solenne processione facendo da "guardia d' onore" al Santissimo e reggendo il baldacchino dell' Arcivescovo.

Fonte: Wikipedia

0 commenti:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...