Chi di noi non ha mai usato la chiocciola negli ultimi 20 anni? Direi davvero pochi...la "@" ha letteralmente rivoluzionato la nostra vita, ha contribuito a velocizzare le comunicazioni soppiantando (anche se ancora non del tutto) la carta azzerando anche i costi di spedizione e favorendo un forte risparmio energetico. Oggi, quella che in Russia si chiama cagnolino o in Germania scimmia viene utilizzata anche come "neutro" della lingua italiana; non a caso capita spesso di vedere intestazioni del tipo "car@ amic@" che sostituisce cara/o amica/o. La nascita di questo particolare simbolo è un mistero vero e proprio; il simbolo è stato ritrovato anche in un codice miniato nella Biblioteca Vaticana e viene usato nella parola...AMEN! Secondo lo studioso Massimo Arcangeli, docente di linguistica all’Università di Cagliari e direttore dell’Osservatorio della lingua italiana Zanichelli "il testo in questione è un documento risalente al XIV secolo scritto in bulgaro che narra alcuni fatti compresi tra la creazione del mondo e la morte di Niceforo III. Inoltre è presente anche in scritti di Leonardo da Vinci in una versione diversa: è una "A" inscritta in una "O"". Sempre secondo l'illustre docente, il segno risalirebbe al Tardo Medioevo e veniva anche usato dai commercianti per indicare il prezzo per singola unità. Arrivò in Italia grazie a Giovanni II di Aragona in un documento rintracciato dallo stesso Arcangeli a Cagliari proprio nell'Archivio di Stato.
Ancora una smentita del luogo comune per eccellenza...il Medioevo come epoca buia!
Biografia di una chiocciola (Castelvecchi; pagina 116; euro 16,50)
Fonte: Avvenire.it
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