Il famigerato giro delle "Sette Chiese" fu inventato da San Filippo Neri per distogliere i cittadini romani dalle tentazioni che il carnevale offriva trasformandolo in consuetudine nel 1559 entrando nel DNA del popolo romano nei secoli a seguire. In antichità il percorso toccava le chiese in cui il santo aveva vissuto: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano, San Lorenzo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme, San Sebastiano fuori le mura; attualmente, invece, il percorso ha subito qualche cambiamento. Esso parte da Santa Maria in Vallicella e continua per San Pietro, San Paolo, San Sebastiano, San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo Fuori le Mura, Santa Maria Maggiore. Il pellegrinaggio era previsto in due giornate: il mercoledì grasso si partiva da Santa Maria in Vallicella andando verso San Pietro per poi soffermarsi all'Ospedale Santo Spirito per dare conforto ai malati.Proprio dal Santo Spirito si andava verso Trastevere e l'Isola Tiberina per visitare la splendida chiesa di San Bartolomeo. Si ripartiva verso San Paolo passando per San Nicola in Carcere e Santa Maria in Cosmedin senza tralasciare, l'Aventino per arrivare a San Paolo. Passando per l'attuale via delle Sette Chiese, si arrivava anche a San Sebastiano e le vicine catacombe, chiesa a cui Filippo era molto legato per aver "visto" un globo di fuoco. Successivamente si andava verso villa Celimontana, San Sisto Vecchio e SS Nereo ed Achilleo e poi si arrivava a Santa Croce di Gerusalemme luogo delle reliquie portate a Roma da Elena, la madre dell'Imperatore Costantino. San Lorenzo fuori le mura era la penultima tappa e si arrivava finalmente a Santa Maria Maggiore e, dopo la devozione all'icona "Salus Populi Romani", i pellegrini facevano ritorno alle loro case.
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