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martedì 29 ottobre 2013

CORSO DONATI

Corso di Simone Donati detto Il Grande Barone (Firenze, XIII secolo – Firenze, 6 ottobre 1308) è stato un politico italiano, tra i principali personaggi storici della Firenze medievale. Fu a capo della fazione dei "donateschi", chiamati poi "guelfi neri", fu un uomo facinoroso e fiero, soprannominato anche Il Barone per i suoi modi inclini al motteggio e all'offesa. Verso la fine del Duecento, dopo essere rimasto vedovo, fece una promessa di matrimonio con Tessa Ubertini, imparentata con i Cerchi da parte di padre, ma negò un'eredità che spettava alla donna ai suoi parenti, creando il primo motivo di inimicizia tra Cerchi e Donati. Il matrimonio avvenne nel 1296, ma già nel 1302 egli si risposò per la terza volta con una figlia di Uguccione della Faggiuola. Fu esiliato dai Bianchi nel 1299, ma tornò trionfalmente in città nel 1301 con l'aiuto di Bonifacio VIII, riprendendo i suoi vecchi modi da "barone" e cercando di trarre il massimo profitto dalla sua vittoria e aspirando al governo della città, tanto da inimicarsi i suoi stessi compagni del partito dei Neri. Nel 1304 uscì indenne da un attentato. Nel 1308 fu condannato come ribelle e traditore e un moto spontaneo della folla lo costrinse a fuggire precipitosamente dalla città il 6 ottobre, mentre il popolo saccheggiava le sue case. Inseguito, nella fuga cadde da cavallo rimanendo però impigliato in una staffa: fu così raggiunto dai suoi nemici che lo finirono presso San Salvi. Fu raccolto dai frati vallombrosani e sepolto nell'attigua chiesa. Corso Donati fu favorito in un arbitrato che lo vedeva contrapposto alla madre della sua seconda moglie Tessa, Giovanna degli Ubertini, da parte del magistrato Baldo d'Agugliano. Dante, che lo aveva in odio per i suoi modi riottosi e autoritari, lo citò indirettamente senza riportarne il nome nel Purgatorio (Canto XXIV, v. 79-87) attraverso una profezia fatta recitare da suo fratello Forese Donati. In quei versi è stato notato un certo compiacimento del poeta per la triste sorte dell'avversario:

« La bestia che a ogne passo va più ratto,
crescendo sempre, finch'ella il percuote
e lascia il corpo vilmente disfatto »
(Purgatorio XXIV, 79-81)

Fonte: Wikipedia

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