Santa Maria Antiqua è una delle più antiche chiese dedicate alla Madonna di cui si abbia notizia a Roma. Fondata nel VI secolo in un gruppo di edifici domizianei nel Foro Romano, abbandonata nell'847, sulle sue rovine fu costruita nel 1617 la chiesa di Santa Maria Liberatrice, abbattuta poi nel 1899 per permetterne la "riemersione". La chiesa è situata nel Foro Romano, ai piedi del Palatino, in una serie di costruzioni in una zona che un tempo veniva considerata sede del Tempio di Augusto e che più recenti studi attribuiscono all'epoca di Domiziano, come ingresso e raccordo tra i palazzi imperiali sul Palatino e il Foro sottostante, dove probabilmente stazionava la guardia di pretoriani. Quando nel 552 i Bizantini presero possesso di Roma probabilmente ripristinarono, oltre a mura e acquedotti, anche i vecchi palazzi imperiali e usarono un'aula rettangolare e l'antistante quadriportico per fondare una sorta di "cappella palatina" dedicata alla Madonna. Prima di allora le chiese all'interno delle mura avevano come titolo i nomi degli antichi possessori delle case in cui veniva fondata una chiesa, mentre le nuove chiese sorgevano fuori le mura come luoghi di culto sulle tombe dei martiri. La costruzione di una chiesa in quel luogo "esorcizzava" anche i fantasmi del paganesimo: una leggenda infatti narrava che in quel luogo papa Silvestro I avesse ucciso un "dragone", allusione questa al culto di Vesta, effigiata con un "dragone" nell'attiguo tempio a lei dedicato. La chiesa, continuamente restaurata e abbellita da Martino I, Giovanni VII, Zaccaria, Paolo I e Adriano I, fu abbandonata dopo che un terremoto nell'847 fece franare sopra di essa parte dei palazzi sovrastanti. Papa Leone IV trasferì il titolo in una chiesa costruita ex novo: Santa Maria nova, l'attuale basilica di Santa Francesca Romana. Sui ruderi venne costruita nel XIII secolo una chiesetta, riedificata poi nel 1617 dal Longhi col titolo di Santa Maria Liberatrice. Scavi fortuiti nel XVIII secolo, e più mirati alla fine dell'Ottocento, riportarono alla luce tracce degli antichi affreschi: si decise quindi di abbattere l'edificio del Longhi, che non aveva particolari meriti artistici, per riportare in vita la chiesa originale. Il nome, il titolo di Santa Maria Liberatrice e le icone furono trasferiti nel 1909, alla chiesa di Santa Maria Liberatrice al Testaccio. Recentemente sono stati realizzati restauri accurati per il consolidamento e la protezione degli affreschi, condotti con il contributo di fondazioni di New York ed Oslo. La chiesa è stata aperta per visite solo brevemente durante il 2004, a restauri ancora in corso. Dal novembre 2012 la chiesa è stata riaperta al pubblico. L'edificio romano aveva una forma basilicale: aula rettangolare divisa in tre navate. Nello spessore del muro posteriore fu ricavata una piccola abside, e ai lati del presbiterio vi sono due piccole cappelle. Nel cortile quadrato che fungeva da vestibolo si trovano i resti di un impluvium risalente all'epoca di Caligola e lungo le pareti nicchie, forse per statue di imperatori, e tracce di affreschi dell'epoca di papa Adriano I. A sinistra della chiesa una rampa sale al Palatino.
Fonte: Wikipedia
L'edificio è chiuso al pubblico per tutto il 2013 per restauri in corso. Visitabile solo da studiosi con permessi speciali rilasciati dall' Ufficio Permessi della Soprintendenza Archeologica di Roma - piazza di S.Maria Nova 53.
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