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sabato 12 ottobre 2013

ABBAZIA DI SAN NILO A GROTTAFERRATA

L'abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata (in latino: Abbatia Territorialis B. Mariae Cryptaeferratae), conosciuta anche con il nome di Abbazia di San Nilo (dedicata a Nilo da Rossano), è una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede, appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2009 contava 87 battezzati su 87 abitanti. È un monastero esarchico attualmente retto dall'archimandrita Emiliano Fabbricatore, O.S.B.I. È stata fondata nel 1004 dal santo a cui è dedicata, cinquant'anni prima dello scisma fra la Chiesa cattolica ed ortodossa. L'abate Nilo, nato nella Calabria bizantina e quindi greco di origine e di rito, fondatore di vari monasteri, decise di fondare un monastero sui colli di Tuscolo, sui ruderi di una grande villa romana, dove sembra gli sia apparsa la Madonna. Anche se l'abbazia non venne vista compiuta da Nilo, poiché questi morì a Tusculum l'anno successivo al suo arrivo nell'attuale zona di Grottaferrata. I lavori vennero terminati sotto il controllo di san Bartolomeo, co-fondatore dell'abbazia. Le reliquie di Bartolomeo si dovrebbero ancora trovare nell'abbazia, anche se non sono state ritrovate assieme a quelle di Nilo. I primi archimandriti dell'abbazia dopo san Nilo,che non fu mai egumeno, furono Paolo, Cirillo e san Bartolomeo il Giovane: sotto la loro guida l'abbazia si arricchì di decorazioni, di ricchezze e di possedimenti: in breve, da Grottaferrata dipesero ventidue chiese succursali sparse in tutta l'Italia centro-meridionale. Solo pochi anni dopo la sua fondazione, il monastero ospitava già circa 200 monaci basiliani,e le continue donazioni portarono l'archimandrita a controllare territori vastissimi in Lazio e nel Sud Italia: i feudi campani di Rofrano nella diocesi di Policastro e di Conca della Campania nella diocesi di Caserta, i castelli laziali di Castel de' Paolis nella diocesi suburbicaria di Albano e di Borghetto di Grottaferrata nella diocesi suburbicaria di Frascati, i casali calabresi di Cotrone, Ungolo e Baracala nell'arcidiocesi di Cosenza, le rettorìe di Diano attuale Teggiano e Saxano nella diocesi di Capaccio, le grangie di San Salvatore nella diocesi suburbicaria di Albano e di Colle Peschio nella diocesi suburbicaria di Velletri ed il monastero di Morbino nella diocesi di Venosa. L'abbazia inoltre ottenne da molti papi il riconoscimento della propria autonomia rispetto ai cardinali vescovi della diocesi suburbicaria di Frascati.Nel 2004 è ricorso il millenario della fondazione dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata: per l'evento sono stati organizzati numerosi eventi, la Città del Vaticano ha emesso una cartolina postale speciale e Poste Italiane ha diffuso un francobollo ed un annullo speciale figurato dedicati a san Nilo da Rossano ed all'abbazia. Lo stemma dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata è un giovenca con le lettere ON: l'animale probabilmente fa riferimento alla tradizionale leggenda per cui Federico II di Svevia, nel saccheggiare l'abbazia nel 1241, avrebbe portato via un pregiato gruppo bronzeo attribuito allo scultore greco Mirone raffigurante un uomo ed una giovenca. L'esterno della chiesa, risanato durante il XX sec. dalle sostruzioni neogotiche ottocentesche, presenta totalmente integra la struttura originaria della chiesa del 1004. La facciata ha un grande rosone e decorazioni di gusto arabo. Nel nartece, che poggia su quattro colonne in pietra e su due pilastri in mattoni, custodisce la porta che immette nell'endonartece ed un mosaico raffigurante Santa Maria Madre di Dio. Di fianco la chiesa si trova lo slanciato campanile coevo. L'interno della chiesa è in stile barocco e conserva l'originaria struttura a tre navate con endonartece e profonda abside con iconostasi e santuario. Dall'endonartece, dove si trova il battistero, attraverso un portale finemente intarsiato si accede alla cupa navata centrale della chiesa illuminata soltanto dall'ampio rosone della facciata. Lungo la navata laterale destra si aprono la Grotta Ferrata e la Cappella Farnesiana. Quest'ultima è barocca ed è decorata con finissimi affreschi raffiguranti storie di San Nilo, fatica del Domenichino, datati intorno al 1608 e 1610. All'inizio dell'abside si trova la maestosa iconostasi barocca, opera di Gian Lorenzo Bernini, contenente l'icona raffigurante Maria col Bambino. Dietro la magnifica iconostasi si cela il "santuario", dove si trova l'altare maggiore sormontato da un baldacchino neogotico dipinto. Nella chiesa si celebra con il rito cattolico greco-bizantino in lingua greca. Di fianco alla chiesa si trova il massiccio edificio del monastero che si articola su due lati di un cortile porticato. Al suo interno si trova una delle biblioteche più fornite di testi in greco antico e latino al mondo, con migliaia di volumi di valore inestimabile.

Fonte: Wikipedia

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