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venerdì 15 febbraio 2013

ARALDICA MEDIEVALE 17: IL TITOLO DI CONTE

Usato praticamente in tutto il mondo, dall’Irlanda al Giappone. Esistono conti tedeschi, italiani, boemi, svedesi. Chi non ricorda il conte russo Rostov di Guerra e Pace? E quando anche l’impero del Sol Levante introdusse uno stile occidentale, il titolo di Conte fu presto adottato. Precettore e sorta di padre adottivo del futuro imperatore Hiroito, come si usava presso la Corte i cui usi prescrivevano che il principe venisse affidato alle cure di uno stimatissimo componente dell’aristocrazia, fu il conte Kawamura Sumiyoshi che lo educò secondo gli antichi costumi del Paese. Il titolo di Conte (da “comes”= compagno) era già usato presso i Romani come incarico amministrativo per i collaboratori del sovrano e i funzionari di Corte. Augusto scelse fra i patrizi i suoi consiglieri che chiamò appunto “comites”. E più tardi così furono chiamati i capi delle truppe dislocate in aree decentrate dell’Impero. Esistevano così il conte della costa sassone che controllava quel litorale dalle insidie dei pirati; il conte d’Africa che assunse un ruolo di primo piano nella gestione della politica imperiale; il conte delle elargizioni con attributi di controllo finanziario, il “comes stabuli” che sovrintendeva alle scuderie del re, specialmente nel periodo tardo imperiale e barbarico. Quest’ultimo incarico diede poi origine ai titoli militari di connestabile e gran connestabile, cui era in genere affidato il comando della cavalleria. In Francia e nel Regno di Sicilia il connestabile ebbe l’incarico del comando di tutto l’esercito come luogotenente del sovrano e la carica fu ricoperta da illustri condottieri come Carlo di Borbone Montpensier, conosciuto col titolo di Connestabile di Borbone; mentre nell’Impero bizantino il gran connestabile era il capo di un reparto di cavalleria costituito da militari di origine latina. In Inghilterra la carica fu ereditariamente concessa ai conti di Hereford dall’imperatrice Matilde (m.1167), per ritornare alla Corona nel 1521. Il titolo rimase però in uso presso la Corte ed è sempre stata considerata fra le più importanti. Secondo il protocollo, in occasione delle cerimonie pubbliche, essa si colloca fra le cariche di Lord Gran Ciambellano e Conte Maresciallo. Il titolo di Conte maresciallo era anch’esso titolo di un ufficio divenuto ereditario e spetta alla famiglia Howard, il cui Capo cattolico è Duca di Norfolk e Primo Pari d’Inghilterra. Il titolo di Conte Maresciallo passò agli Howard nel 1483 dalla famiglia parente dei Brotherton, il cui fondatore Thomas Plantagenet, figlio del re Edoardo I, aveva ricevuto questo ufficio nel 1385. In Scozia è ugualmente esistita la carica di Lord Gran Constable. Il titolo ha dato origine in queste Nazioni a famiglie dal cognome Constable, fra cui la più importante fu quella dei Visconti Dunbar, poi Baronetti Clifford-Constable. Il Conte nel Medioevo, quando esercitava il suo incarico in una città e nel suo contado, aveva il compito amministrativo di arruolare e gestire truppe, controllare il pagamento dei tributi e amministrare la giustizia.
Il Conte palatino era uno tra i più stretti collaboratori del sovrano, e presto la dignità passò all’Italia, alla Germania, al Palazzo pontificio. Più tardi il titolo fu conferito anche da collegi di giureconsulti e fisici a illustri studiosi; ma si trattava di una concessione che riguardava solo la persona, e non si estendeva alla famiglia. Furono perciò ritenuti nobiliari solo i titoli di Conte palatino concessi dal Papa e dall’imperatore. Il titolo concesso dal Pontefice a personaggi di ogni parte d’Europa venne definito come Conte dei Sacri Palazzi.
In ricordo dell’alta dignità del titolo di Conte, anche molti esponenti di famiglie reali o pretendenti a un Trono, lo usarono privatamente. Umberto di Savoia era solito viaggiare in incognito sotto il titolo di conte di Sarre; il padre del re di Spagna Juan Carlos portava il titolo di conte di Barcellona, dignità già ricoperta dai conti sovrani della città iberica che era stato loro concesso dopo la conquista di Carlo Magno come alto signore feudale (sovranità sulla carta poi passata all’Aragona dal Duecento); il pretendente al Trono francese del ramo orleanista è conosciuto come conte di Parigi. Ed anche Gioacchino Murat e sua moglie Carolina, sorella di Napoleone, spodestati sovrani di Napoli, subito dopo la caduta dell’imperatore, ebbero passaporti austriaci che avrebbero consentito loro di viaggiare sotto i nomi di conte e contessa di Lipona (anagramma di Napoli).

Articolo di Carmelo Currò Troiano. Tutti i diritti riservati

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