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giovedì 10 gennaio 2013

LA LEGGENDA DI "ORIA FUMOSA"

Quando i forestieri con i loro cavalli giungevano nei pressi della città di Oria, si trovavano di fronte ad una città coperta da una nebbiolina come in un paesaggio fiabesco. Di questo fenomeno dell’Oria fumosa sono state raccontate diverse storie o meglio leggende (anche se nelle leggende c'è sempre un fondo di verità) con ambientazioni di epoche diverse (antico o medievale). Noi abbiamo deciso di raccontare nel periodo medievale.

“Oria fuma, Francavilla guarda, Manduria fa la guardia”

Ci troviamo nel periodo dove si stava svolgendo la costruzione del castello di Oria che non stava procedendo bene a causa dei molteplici crolli per colpa di una maledizione che incombeva sull'edificio. Un consiglio da parte di maghi e streghe per sconfiggere questa maledizione era di sacrificare una bambina innocente, in seguito spargere con il suo sangue e in questo modo le mura non dovrebbero più crollare. Di notte, i cavalieri della città trovarono una bambina dall'animo innocente che la rapiscono, la sacrificano e infine spargono con il suo sangue le mura, ed effettivamente da quel giorno i crolli non avverranno. La madre disperata per la morte della sua dolce bambina disse un'imprecazione contro la città:


“Possa tu fumare Oria, come fuma il mio cuore esasperato”

E così nacque la leggenda dell'Oria fumosa. Gli anziani oritani nei giorni nostri tramandano questa leggenda ai posteri attraverso una frase pronunciata nel dialetto oritano:

“Ad Oria fumosa 'cctera 'nna carosa, tant'era picciredda, ca si la mintera 'mposcia”


In italiano vuol dire:

“Ad Oria fumosa uccisero una bambina, così piccola che potevano metterla in una tasca”

Articolo di Pierluigi Papa, tutti i diritti riservati ©


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