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sabato 16 agosto 2014

PALIO DELL'ASSUNTA


Il Palio di Siena è una giostra di origine medievale che avviene tra le contrade di Siena. La corsa s volge il 2 luglio col Palio in onore della Madonna di Provenzano e il 16 agosto, altrimenti chiamato Palio dell'Assunta; in alcune e speciali occasioni, il Palio è avvenuto anche in date differenti tra maggio e settembre. Le contrade che concorrono per la vittoria finale sono ben diciassette:

Aquila
Bruco
Chiocciola
Civetta
Drago
Giraffa
Istrice
Leocorno
Lupa
Nicchio
Oca
Onda

Secondo alcune fonti medievali, il Palio fu inaugurato in occasione del ricordo della Battaglia di Montaperti del 1260, in realtà le origini sarebbero anche più remote. In Italia già nel XII e XIII secolo si organizzavano corse di cavalli sia come battaglia tra nobili e possidenti di cavalli, sia come mero spettacolo. Insieme ai palii organizzati dalla nobiltà, i cittadini di siena usavano organizzare altre gare precedute da cortei, carri trionfali e rappresentazioni a carattere allegorico. Il nome "Palio" deriva dal latino pallium (mantello di lana) ossia un drappo pregiato che veniva usato in vari modi: a Siena, ad esempio, era regalato alla chiesa del vincitore della tenzone. Nella stessa siena, precisamente nella Chiesa di San Giuseppe all'interno della contrada dell'Onda, fino a pochi anni fa vi era un pallio risalente al '500 questo in quanto era usanza per le Contrade di appoggiarsi alle Parocchie per le loro riunioni e quindi, in caso di vittoria, era normale donare il pallio per devozione. Nel XVI secolo si afferma il Palio alla Tonda, quello che ora possiamo ammirare in tutto il suo fascino, che ha il suo culmine dopo il 1555 al termine della Guerra di Siena, in cui la città rimase sconfitta e, per non pensare alla debacle, ci si liberava con i giochi. L'elemento che ha fatto nascere il Palio Moderno è un episodio durante l'occupazione fiorentina e spagnola. Il 2 luglio 1500 la Pietà conservata in un tabernacolo nel rione di Salvani Provenzano, fu oltraggiata da uno spagnolo sparando alla statua ma rimanendo ucciso a sua volta e da quel giorno, per ringraziare la Vergine, iniziarono varie celebrazioni per celebrare l'anniversario del lieto evento, e da qui nasce il Palio. La corsa si correva in piazza del Campo (alla tonda) e non tra le strade cittadine (alla lunga, organizzato dalla nobiltà senese). Nel 1701 si iniziò a correre il Palio dell'Assunta ogni 16 agosto una data, però, successiva alla festa della Madonna dell'Assunta questo perchè il calendario delle feste cittadine prevedeva già altre feste. Agli inizi dell'Ottocento fu abolito granzie all'impulso della Rivoluzione Francese che fece perdere potere a tutta la casta nobiliare. 

Per il palio ci si prepara tutto l'anno. Ogni contrada cura nei minimi dettagli ogni aspetto organizzativo e particolarmente importante è la preparazione dei cavalli che durante l'anon si "allenano" in palii di minore importanza. A fine maggio si entra nel culmine con il famoso sorteggio delle tre contradre che affiancano le sette che vi partecipano di diritto (l'estrazione avviene a fine giugno, per il palio di luglio, e la prima domenica successiva al palio di luglio, per l'evento del 16 agosto). Solo dopo il sorteggio si può pensare al fantino e successivamente al "barbero", ossia al cavallo che ogni contrada avrà in sorte. Circa sette giorni prima il Palio, si presenta il drappo del Comune commissionato ad un artista locale (per il palio di luglio) o internazionale (per il palio straordinario o quello di agosto). Nel primo dei quattro giorni di festa, che possono essere o il 29 giugno o il 13 agosto avviene la "tratta", l'estrazione e l'abbinamento dei cavalli alle contrade: l'operazione non può che avvenire a piazza del Campo al cospetto del sindaco, i capitani delle contrade che parteciperanno alla corsa, i tre "Deputati della Festa", un segretario e due paggetti. Come si procede all'estrazione? Si preparano due urne; in una si mettono dieci palline (ghiandine) con numeri da 1 a 10 che corrispondono ai cavalli, nella seconda i nomi delle dieci contrade. Le ghindine sono estratte dai paggetti e sarà l sindaco a leggere gli abbinamenti. Sulla piazza, composta da sabbia, argilla e tufo, vengono corse sei prove utili al fantino per prendere confidenza con il cavallo e per farlo abituare al clima della piazza.

La corsa avviene nella stupenda e suggestiva piazza del Campo. Partecipano 10 contrade scelte secondo un regolamente che consente una precisa rotazione dei partecipanti; corrono le sette contrade che non hanno corso il palio dell'anno precedente e un mese prima del palio vengono estratte le tre contrade mancanti. Poco prima della corsa, da Duomo inzia una processione alla rpesenza di mazzieri, figuranti e cavalieri, il Comune e le varie istituzioni cittadine. Successivamente i fantini escono dal Palazzo Comunale e rcevono il nerbo portandosi nella zona della partenza, la "mossa". Qui, il mossiere,  riceve una busta con l'ordine di allineamento alle due lunghe corde (canapi) che delimitano il punto di partenza. Nella zona delimitata dalle corde si lascia uno spazio attraverso il quale i cavalli possono entrare e la partenza può essere deteminata dal cavallo "di rincorsa". Fino all'ultimo, non si sa quale sia l'ordine di partenza e viene stabilito da una fiasca, un tubo verticale che termina in un serbatoio. 
Prima che i cavalli escano dal palazzo comunale, i Deputati della Festa inseriscono dieci sfere con i colori delle contrade dentro il serbatoio. La fisca viene agitata e le sfere vengono fatte scivolare nel tubo: solo quando cavalli e fantini raggiungono la "Curva del Casato" viene reso noto l'ordine di ingresso che verrà consegnato dal comandante della Polizia Municipale al mossiere il quale a questo punto inizia a chiamare le contrade secondo l'ordine e la decima contrada resta fuori (quella di "rincorsa") che potrà entrare tra i canapi già al galoppo passando tra il verrocchino e la parte esterna della pista e quindi è proprio il cavallo di rincorsa a dare l'inizio alla corsa. Il mossiere deve essere bravo a capire qual è il momento giusto per sganciare con un pedale la corda anteriore, quella posta dinanzi ai cavalli in fila. La partenza è un momento in cui l'abilità strategica del fantino viene fuori prepotentemente; il fantino della "rincorsa" deve cogliere il moemnto migliore per partire anche all'improvviso mentre i fantini chiedono o cercono collaborazione tra di loro. Le operazioni possono essere molto lunghe e, se la visibilità diminuisce, si rinvia al giorno successivo. Se la partenza è valida, inizia la tanto attesa corsa: il palio viene vinto dal cavallo con o senza fantino che compie tre giri di piazza. L'arrivo è segnalato da un bandierino ed è elggermente più avanti della zona di partenza. Se arriva solo il cavallo, si parla di "cavallo scosso". Dopo la vittoria, i contradaioli ritirano il drappellone che sarà portata in chiesa (a Santa Maria di Provenzano a luglio, al Duomo in agosto) e conservato nel museo di contrada.

Secondo quanto stabilito dall'art. 97 del Palio di Siena, nella giustizia paliesca esistono tre livelli sanzionatori per le Contrade. In ordine di gravità crescente sono comminate: censure, deplorazioni e squalifiche. Una deplorazione scatta dopo aver ricevuto quattro censure; una squalifica scatta dopo tre deplorazioni. La censura rimane valida per i 5 Palii seguenti a quello per cui essa viene comminata; la deplorazione vige invece per 9 Palii. Quando una contrada subisce una squalifica (viene cioè esclusa dal disputare uno o più Palii), essa può scontarla a partire dal Palio a cui dovrebbe partecipare: se cioè viene estratta a sorte, oppure se deve corrervi di diritto. Se la contrada squalificata è estratta per correre, viene automaticamente esclusa e al suo posto è estratta un'altra Contrada. Il periodo massimo di squalifica è di dieci anni. La giurisdizione è di competenza dell'Amministrazione Comunale. L'iter, regolato dall'art. 98, prevede che l'assessore delegato notifichi alle Contrade la Relazione stilata dai Deputati della Festa, contenente le richieste di squalifica e le motivazioni. Entro il termine massimo di dieci giorni le Contrade hanno la facoltà di presentare memorie difensive; la Giunta Comunale, esaminate le motivazioni dei Deputati della Festa e la difesa delle Contrade, delibera sulle squalifiche entro il 30 novembre di ogni anno, in modo inappellabile. Tutte le punizioni per le Contrade vengono comunicate al Magistrato delle Contrade. Le sanzioni previste per i fantini sono due: l'ammonizione e la squalifica per uno o più Palii, anche a tempo indeterminato. Il procedimento è analogo a quello previsto per le Contrade: dopo la Relazione dei Deputati della Festa, il fantino ha dieci giorni di tempo per presentare proprie memorie difensive. Entro il 30 novembre la Giunta Comunale adotta la propria delibera, contro la quale non è previsto ricorso. Anche le squalifiche ai fantini vengono comunicate al Magistrato delle Contrade. La prima squalifica a una Contrada nella storia del Palio di Siena è datata 20 agosto 1945: venne comminata alla Tartuca e Bruco, in seguito al Palio straordinario dedicato alla fine della seconda guerra mondiale (detto il "Palio della Pace", nonostante sia uno dei Palii più violenti di sempre). La Tartuca venne squalificata perché decise di ritirarsi dopo due mosse annullate, che l'avevano vista scattare nettamente in testa, il Bruco, in seguito al comportamento dei contradaioli al termine del Palio: i brucaioli infatti strapparono il drappellone dopo la vittoria ai propri danni subita dal Drago. Tuttavia la sanzione, che prevedeva una squalifica per tutto l'anno 1947, venne annullata tra aspre polemiche il 24 aprile 1946.

Bisogna arrivare all'agosto 1966 per la prima effettiva squalifica a una Contrada: ne subirono le conseguenze il Valdimontone, squalificato per un Palio dopo alcuni incidenti provocati dai contradaioli nel corso della terza prova, e ancora una volta la Torre, squalificata per due Palii perché riconosciuta responsabile di invasione di pista. Non vi furono squalifiche fino al 1973 (un Palio per l'Istrice) ma a partire dal 1979 la frequenza divenne quasi di almeno una sanzione l'anno fino al 2002 (fanno eccezione il trienno 1984-1987 e il 1998, periodi senza alcun provvedimento). La squalifica più pesante mai inflitta a una Contrada è stata comminata all'Istrice dopo il Palio del 16 agosto 2002: la Contrada di Camollia venne sospesa per 4 Palii, scontati poi dall'agosto 2003 al luglio 2005. Il motivo è legato al pestaggio dei contradaioli al termine della corsa, ai danni del fantino della Lupa Giuseppe Pes detto il Pesse, accusato di non aver rispettato alcuni accordi presi in precedenza. Sei degli aggressori vennero anche arrestati. Il primo fantino squalificato a vita fu Angelo Innocenti, che al debutto il Piazza il 2 luglio 1877 subì questa pesante squalifica. Nonostante l'annullamento della mossa, il fantino continuò da solo i tre giri di piazza; gli ocaiolo reclamarono il Palio, che fu invece annullato e non assegnato, anche a causa dei tumulti che seguirono. Stessa sorte toccò a Ermanno Menichetti detto Popo, sospeso nel luglio 1908 per aver tentato di impedire il passaggio alla terza curva di San Martino del fantino dell'Oca (che comunque non vinse). Stessa sorte toccò a Guido Duchi detto Martellino nel 1909 (ostacolò il fantino della Civetta) e a Edoardo Furi detto Randellone nel 1928 (prese le redini del cavallo di un'altra Contrada durante la mossa). Dal dopoguerra sono molti i fantini squalificati, principalmente per irregolarità e disordini creati durante la mossa. La sanzione più pesante è stata inflitta a Franco Casu detto Spirito, e a Maurizio Farnetani detto Bucefalo; i due subirono 20 Palii di squalifica, rispettivamente nell'agosto 1996 e 1997. Il primo, al momento della partenza del Palio, trattenne Massimo Coghe detto Massimino dal giubbetto, impedendogli di fatto di correre; il secondo, ostacolò Luigi Bruschelli detto Trecciolino.

Fonte: Wikipedia

Immagine della piazza: Autore Delfort, piazza del Campo vista da Torre del Mangia
L'immagine del cavallo è di Roberto Vicario, giornalista

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