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martedì 12 agosto 2014

CAVALCATA DELL'ASSUNTA - GIOVEDI' 14 AGOSTO

Cavalcata dell'AssuntaOgni anno a Fermo, la sera della vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria, si rievoca un antico corteo: La Cavalcata dell’Assunta. Il culto della Vergine Maria ha origini remote, basti pensare che già nel V secolo sorgeva sul Girfalco la prima cattedrale dedicata all’Assunta, “Santa Maria in Castello“. Risalgono all’anno Mille i primi documenti scritti che fanno riferimento alla festa dedicata alla Vergine Maria, patrona della città e della diocesi, pur senza specificare in che cosa consistessero le celebrazioni. In un documento del 1182, Monterubbiano, Cuccure e Montotto, castelli “accomandati”, ribadivano l’impegno a portare ogni anno un palio a Fermo, in occasione della Festa dell’Assunta. Si deve arrivare agli anni 1382-83, quando vengono approvati dal comune gli «Statuta Firmanorum» – una raccolta di norme che regolano la vita della città, arrivati fino a noi nelle ristampe del 1507 e 1589 – per avere una descrizione della Cavalcata. Ma il documento più significativo sulla Cavalcata è la “Pagina miniata” eseguita nel 1436 da Giovanni di maestro Ugolino da Milano, contenuta nel «Missale De Firmonibus», conservato nel Museo Diocesano di Fermo. In essa, abbiamo una rappresentazione visiva, un’immagine della Cavalcata, come se fosse una fotografia scattata con i mezzi dell’epoca. Dopo gli Statuti e la Pagina miniata ci sono numerosi Ordini di sfilata, il più antico dei quali è del 1638, che attestano la composizione del corteo. La Cavalcata dell’Assunta era il Corteo processionale in cui i principali partecipanti sfilavano a cavallo che, al lume di torce e di candele – veniva perciò anche chiamata “Luminaria”- la sera del 14 agosto, vigilia della festa, partiva dalla Chiesa di Santa Lucia, nella parte occidentale della città, risaliva lungo il Corso, faceva sosta in Piazza Grande, fino a giungere alla Cattedrale per offrire i tradizionali ceri e doni alla Patrona Celeste. Il corteo era composto da tutte le Autorità cittadine: il Podestà, il Capitano del Popolo, il Vessillifero di Giustizia ed i Priori delle Contrade in cui era divisa Fermo fin dal 1251 (Castello, Pila, Campolege, San Bartolomeo, Fiorenza e San Martino). Seguivano i Delegati dei Castelli del Contado ed i Rappresentanti delle Corporazioni, “Arti”, sia artigiane che professionali. Le corporazioni dei Mulattieri e dei Vetturali erano tenute ad offrire un carro di mattoni e di pietre squadrate, “una salma”, gli Osti ed i Tavernieri partecipavano con un modello in legno di una “taberna”, piena di cibarie, mentre i Pescatori del Porto portavano in processione una barca. Il corteo, in cui tutti sfoggiavano i più ricchi e sontuosi paludamenti, passava tra una folla plaudente, preceduto dai fanciulli in festa, dallo squillare delle chiarine, dal rullare dei tamburi e dallo scampanio di tutte le campane della città. La Cavalcata rappresentava, oltre che una testimonianza del culto per la Patrona Celeste, anche una dimostrazione fastosa della potenza e della ricchezza dell’antico stato fermano che per l’occasione riscuoteva la maggior parte dei canoni e dei tributi. La mattina del 15 agosto, ‘de mane ante prandium’, si correva il “Corso del Palio” o “Palio dei Corsieri” o “Corso dei Bàrberi”. Al vincitore spettava come premio un “palium bellum et bonum”, un drappo di prestigiosa fattura. La corsa percorreva la strada “via maris”, da fuori Porta San Francesco, parte orientale della città, fino alla Cattedrale. Seguiva il Solenne Pontificale. Nel pomeriggio si tenevano la giostra dell’anello (‘hastidilium’) ed il gioco dei tori (‘ludus tauri’).

La Cavalcata dell'Assunta oggi

Oggi, alle sei contrade ‘storiche’ della città di Fermo, se ne sono aggiunte altre quattro, dette ‘foranee’, cioè al di fuori delle mura del centro storico: Torre di Palme, Capodarco, Campiglione e Molini Girola.

La pagina miniata

Pagina Miniata del Quando nel 1436 Giovanni di maestro Ugolino da Milano, abitante a Fermo in contrada San Bartolomeo, verga di sua mano la pagina miniata del Messale de Firmonibus con la rappresentazione della Cavalcata in onore dell’Assunta, mette inequivocabilmente in risalto la patrona fermana nel giorno della sua festa. Vivendo quel momento fatidico di un’estate del tardo Medioevo egli fissa con i suoi occhi la gioia del popolo, ode con le sue orecchie le nenie delle ciaramelle e il ciondolante ritmo dei tamburi, l’incalzante risuonare delle campane di Santa Maria in Castello: l’irrefrenabile tumulto di folla spinge in alto verso il Girfalco la gloria e la fede, l’orgoglio e l’umiltà della città unita nell’abbraccio materno e protettivo della Vergine. Quando poi al ricordo epico o religioso si aggiunge anche la memoria visiva di quei lontani eventi attraverso una vera e propria istantanea, benchè fissata su supporti di allora, ovvero sulla pergamena, ebbene lo sforzo di coloro che si calano nei panni antichi ha un significato ancora più denso. Rievocare assume allora la valenza piena del rivivere, del folgorante riapparire. La sottile venatura di rimpianto del rimembrare deve allora assumere una sfumatura più gaiamente medioevale. Quell’agrodolce miscela di sacro e profano che suggella la pagina miniata del “Messale de Firmonibus” ci lascia esterrefatti, ma avvinti da un’indubbia verità. La forza di quei tratti miniati ci riporta a istintivi comportamenti, a fragorosi schiamazzi, a felicità incontenibile di folla sia povera che notabile. Questo e altro ancora il nostro provvido maestro Vannici ha immortalato affinchè la memoria non muoia, ma si rinnovi di anno in anno attraverso il laborioso lavoro del Consiglio di Cernita e delle contrade cittadine, impegnate a mantenere sempre vivo lo spirito della Cavalcata. E’ impossibile non rimanere coinvolti da quegli echi quattrocenteschi, benchè essi siano stati riverberati attraverso secoli successivi che hanno sviluppato differenti sonorità teatrali. Rievocare ogni anno la manifestazione vuol dire attestare la continuità storica della Cavalcata dell’Assunta, ma soprattutto la volontà di rinnovare la fede e la speranza ri-invocando l’intercessione della Santa Vergine protettrice del popolo fermano. (Massimo Temperini)

Fonte: http://cavalcatadellassunta.it/

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