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mercoledì 5 giugno 2013

IL CASTELLO DI OTRANTO - ROMANZO

Il castello di Otranto (nell'originale Lingua inglese The Castle of Otranto) è un romanzo di Horace Walpole del 1764, considerato il primo romanzo gotico. Ambientata nella città salentina di Otranto, nell'Italia meridionale, è l'opera che diede l'avvio al genere letterario poi diffusosi tra il tardo Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Walpole fu il precursore del romanzo gotico assieme ad Ann Radcliffe e Bram Stoker. La prima edizione, risalente al 1764, era intitolata The Castle of Otranto, A Story. Translated by William Marshal, Gent. From the Original Italian of Onuphrio Muralto, Canon of the Church of St. Nicholas at Otranto ("Il Castello di Otranto. Una Storia. Tradotto da William Marshal, Gent. dall'originale italiano di Onuphrio Muralto, Vescovo della Chiesa di San Nicola di Otranto"). Questa prima edizione si presentava come una traduzione di un manoscritto stampato a Napoli nel 1529 da poco rinvenuto nella biblioteca di "un'antica famiglia cattolica nel nord dell'Inghilterra". Si affermava che la storia manoscritta in italiano derivasse da un'altra storia più vecchia, risalente forse al periodo delle Crociate. Il manoscritto italiano e il suo presunto autore "Onuphrio Muralto" rappresentarono gli stimoli creativi di Walpole, che assunse lo pseudonimo di "William Marshal" (il nome citato nel manoscritto). Nella seconda edizione e in quelle successive Walpole riconosce la paternità dell'opera, scrivendo: "Il modo favorevole in cui questi piccoli frammenti sono stati ricevuti dal pubblico impone all'autore di spiegare il terreno su cui egli l'ha composto". All'epoca era acceso il dibattito sul ruolo della letteratura, se i romanzi dovessero essere o meno rappresentativi della vita o più puramente immaginari (es. naturale contro romantico). La prima edizione fu bene accolta da alcuni critici, che inserirono l'opera nel filone del romanzo medioevale, "tra il 1095, l'epoca della prima crociata, e il 1243, l'anno dell'ultima", come rileva la prima prefazione. Alcuni critici descrissero Walpole come un "traduttore ingegnoso". In seguito all'ammissione di paternità del libro da parte di Walpole, tuttavia, molti critici furono restii a lodare l'opera, riducendola a prosa romantica assurda e tronfia. La signoria di Otranto era legata ad una profezia: «Il castello e la signoria d'Otranto sarebbero venuti a mancare all'attuale famiglia, quando l'autentico possessore fosse diventato troppo grande per abitarvi». Manfredi, principe d'Otranto, aveva due figli: Matilda e Corrado che era il suo prediletto. Egli avrebbe dovuto sposare Isabella, la figlia del marchese di Vicenza. Proprio il giorno delle nozze Corrado fu schiacciato da un enorme elmo identico a quello della statua di Alfonso, un precedente principe della signoria d'Otranto. Alla sera Manfredi propose, pertanto, ad Isabella di sposare lui. Il Principe desiderava infatti un erede maschio, che non riusciva ad avere dalla principessa Ippolita, ma Isabella scappò. Manfredi cercò di inseguirla, ma fu trattenuto dallo spettro di un suo antenato. Isabella raggiunse un passaggio segreto che congiungeva i sotterranei del castello alla chiesa di San Nicola e, con l'aiuto di un contadino di nome Teodoro, riuscì a fuggire, rifugiandosi nel convento, ma Manfredi lo scoprì. I domestici, inoltre, gli riferirono che avevano visto le braccia e le gambe di un gigante nel salone. Il mattino seguente arrivò Padre Girolamo dicendo a Manfredi che Isabella era stata trovata nella chiesa. Manfredi condannò a morte Teodoro, che si era innamorato di Matilda. Il contadino volle confessarsi prima di morire, e Padre Girolamo durante la confessione riconobbe che Teodoro era suo figlio. Girolamo, se avesse voluto risparmiare la vita di Teodoro avrebbe dovuto riportare Isabella al castello. Il giorno seguente arrivò Federico, marchese di Vicenza, che voleva ricondurre a casa la figlia Isabella e avere la signoria d'Otranto, ritenendo di essere il legittimo erede di Alfonso. Manfredi lo accolse nel castello. Isabella scappò dal convento, perciò tutti si misero alla sua ricerca. Matilda ne approfittò per liberare Teodoro e indicargli la via di fuga. Nel bosco egli incontrò Isabella e la portò al sicuro, e per proteggerla colpì per errore Federico. Quest'ultimo fu portato al castello e raccontò che aveva trovato la spada compagna dell'elmo che prediceva che sua figlia era in pericolo. Manfredi propose a Federico la mano di Matilda in cambio di quella di Isabella e costui, affascinato da Matilda, acconsentì; ma poi cambiò idea a causa dell'apparizione di uno scheletro che glielo impedì. Nel salone fu vista di nuovo la mano di un gigante. Manfredi vide Teodoro con una donna e, credendo che fosse Isabella, la accoltellò, non riconoscendo che, invece, era Matilda. Dopo la morte di Matilda, un boato fece crollare il castello e la figura di Alfonso apparve al centro delle rovine. «Ecco Teodoro, il vero erede di Alfonso!» disse la visione che ascese al cielo, dove le nuvole rivelarono la figura di San Nicola. Manfredi svelò l'usurpazione di suo nonno e Girolamo raccontò le vicende degli antenati di Teodoro. Manfredi abdicò, Ippolita si ritirò in convento e Teodoro sposò Isabella.

Fonte: Wikipedia

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