Pur essendo concesso in molte parti d’Europa, il Cavalierato ereditario trova la sua maggior diffusione italiana in Sardegna dove fu introdotto nel 1323 con la dominazione aragonese. I Cavalieri venivano realmente ordinati come gli antichi cavalieri medievali, nel corso di una solenne cerimonia durante la quale avveniva l’accolade, ricevendo la cintura con la spada. Essi entravano anche a far parte della Nobiltà e veniva loro concessa la qualifica di Don (ancor oggi le famiglie decorate con questa particolare dignità portano i distinti titoli di Cavaliere e Nobile). Il diploma era poi emanato solennemente e possedeva le segnature del Supremo Consiglio d’Aragona e poi di quello di Sardegna. Il titolo di Cavaliere ereditario è sempre accompagnato da quello di Nobile e Don. Ma nel tardo Medioevo non era così, ed anzi, nonostante i Cavalieri fossero frequentemente anche nobili, ritroviamo molti documenti in cui esiste una distinzione nei titoli e negli appellativi concessi all’aristocrazia sarda. Il Nobile feudatario era infatti qualificato come Noble Don, seguito dalla denominazione Heretat. Il feudatario non nobile era un Mossen o Amado prima del nome di Battesimo e ancora seguito dall’appellativo Heratat. Il semplice Cavaliere veniva chiamato Mossen, Micer o Amado prima del nome che veniva seguito dal titolo di Cavaller. Il Cavaliere e Nobile era Don o Noble Don prima del nome. Il Donzello era il figlio del Nobile non armato Cavaliere e ricordava la più antica figura dello scudiero. Non deve meravigliare che questi personaggi venissero denominati come “Amati”. A monte della distinzione si trovava infatti il requisito della grande fedeltà per la Corona che concedeva al privilegiato la riconoscenza e l’amore del sovrano. Una traccia di questo antico rapporto di fedeltà si trova ancora nel protocollo inglese che ai Baroni riserva l’indirizzo di “well-beloved”, il beneamato; ai Visconti e Conti quello di “well-beloved Cousin”: beneamato cugino; ai Marchesi quello di “entirely beloved Cousin”: grandemente amato cugino; ai Duchi l’altro di “right entirely beloved Cousin anc Councillor”: ben grandemente amato cugino e consigliere”. L’appellativo di Cavaliere veniva talvolta concesso nel Meridione ai figli dei nobili e titolati; ma si trattava soltanto di un uso garantito dalla cortesia e non certo un titolo codificato. Il vero titolo di Cavaliere con cui può nascere una persona, costituisce in Italia ed in altri Stati una intitolazione di Nobiltà che ovviamente niente ha a che vedere con i titoli cavallereschi. Anche se in Inghilterra ad alcuni personaggi ordinati cavalieri o insigniti di una particolare onorificenza viene attribuita la stessa qualifica di Sir con cui si chiamano i Baronetti, esiste una sostanziale differenza fra il cavaliere ordinato (Knight) e l’esponente del Baronetage che nasce nobile. Tuttavia, tutti i figli maggiori dei Baronetti che abbiano ricevuto il titolo prima del 19 dicembre 1828 hanno il diritto di essere ordinati cavalieri non ereditaari (Knight) al raggiungimento della maggiore età. Anche se non considerati come esponenti della Nobiltà titolata (Lords), esistono in Irlanda titoli ereditari di Cavaliere. Nella famiglia dei Duchi di Leinster (Fitzgerald), due rami discendenti da un antenato comune con i Duchi, contarono personaggi famosi denominati “il Cavaliere Bianco” e il “Cavaliere Nero”. Da John Fitzgerald discesero i Cavalieri di Glin; e da Maurice (il primo Cavaliere Nero), discesero i Cavalieri di Kerry. Il titolo di Cavaliere è diffuso anche in Austria (Cavalieri del Sacro Romano Impero e poi dell’Impero austriaco), Sicilia, Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda dove vivono sei famiglie con questo titolo tutte però di concessione straniera.
Articolo di Carmelo Currò Troiano. Tutti i diritti riservati
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