Il particolare nome di questo piatto, originario del comune medievale di Acerenza, in Basilicata, deriva dal fatto che, durante la cottura, il cavolo sembra posarsi sul fondo di una casseruola. Solo quando si sarà completamente "seduto" sapremo che la cottura è terminata. Ma partiamo dall'inizio: dopo aver lavato con cura un cavolo verzotto da circa un kg, gli si tolgono le prime foglie e gli si incide la base con un taglio a croce. In una larga casseruola di coccio, si lascia soffriggere un trito di cipolla e lardo con poco olio, per poi posarvi dentro il cavolo insieme a 80 g di olive nere snocciolate e una presa di pepe. Dopo aver aggiunto del sale, si bagna il tutto con un po' di brodo e lo si lascia cuocere a fuoco lento fino a quando il cavolo non sarà pronto. Una volta che è stato tagliato a pezzi ed è stato ricoperto con un filo di olio, il "Cavolo seduto" è pronto.
Fonte: Medioevo.it
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