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mercoledì 24 dicembre 2014

24 DICEMBRE 1294: BENEDETTO CAETANI DIVENTA PAPA CON IL NOME DI BONIFACIO VIII

Il conclave successivo al Gran Rifiuto di Celestino ebbe luogo a Napoli e durò molto poco. Le regole del conclave erano previste dalla bolla Ubi Periculum atta ad evitare delle ingerenze esterne al mondo ecclesiastico. Passati i dieci giorni previsti per il periodo di Sede Vacante, il Sacro Collegio si sarebbe dovuto riunire nella città in cui il papa moriva. Successivamente, i cardinali sarebbero stati chiusi a chiave in conclave sotto la stretta sorveglianza del Podestà che a tutti gli effetti era il custode. Se entro tre giorni il papa non veniva aletto venivano applicate restrizioni sul reddito e sui pasti dei cardinali fino ad arrivare a pane e acqua. Le norme servivano sia per evitare, come detto, ingerenze esterne ma anche per non far del conclave una lunga ed estenuante trattativa che spesso era anche economica. Al conclave parteciparono ventitrè cardinali di cui tredici nominati da Celestino V il 18 settembre 1294. Di seguito i nomi dei porporati

  • Hughes Seguin de Billon (o Aycelin), O.P., cardinale vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio.
  • Matteo d'Acquasparta, O.Min., cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina, Subdecano del Sacro Collegio.
  • Gerardo Bianchi, cardinale vescovo di Sabina.
  • Giovanni Boccamazza (o Boccamiti), cardinale vescovo di Frascati.
  • Simone di Beaulieu, cardinale vescovo di Palestrina.
  • Bérard de Got, cardinale vescovo di Albano.
  • Benedetto Caetani, cardinale prete titolare dei Santi Silvestro e Martino; primoprete.
  • Pietro Peregrosso (detto Milanese), cardinale prete titolare di San Marco.
  • Tommaso d'Ocre, O.Cel., cardinale prete titolare di Santa Cecilia.
  • Jean Le Moine, cardinale prete titolare dei Santi Marcellino e Pietro.
  • Pietro d'Aquila, O.S.B., cardinale prete titolare di Santa Croce in Gerusalemme.
  • Guillaume Ferrier (o de Ferrires), cardinale prete titolare di San Clemente.
  • Nicolas de Nonancour, cardinale prete titolare di San Marcello.
  • Robert de Pontigny, O.Cist., cardinale prete titolare di Santa Pudenziana.
  • Simon d'Armentières, noto anche come Simon de La Charité, O.S.B.Clun., cardinale prete titolare di Santa Balbina.
  • Giovanni di Castrocoeli, O.S.B., cardinale prete titolare di San Vitale.
  • Matteo Rubeo Orsini, cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae, protodiacono.
  • Giacomo Colonna, cardinale diacono di Santa Maria in via Lata.
  • Napoleone Orsini, cardinale diacono di Sant'Adriano.
  • Pietro Colonna, cardinale diacono di Sant' Eustachio.
  • Landolfo Brancaccio, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria.
  • Guglielmo de Longhi, cardinale diacono di San Nicola in Carcere Tulliano.

Francesco Ronci dei Celestini non martecipò al conclave eprchè morì pochi giorni prima, il 13 ottobre.

Le eminenze si riunirono in conclave a Napoli il 23 dicembre del 1294 e il giorno dopo, Vigilia di Natale, la Chiesa aveva già un nuovo nocchiero, Benedetto Caetani che assunse il nome di Bonifacio VIII.  La nomina fu criticata aspramente da Dante Alighieri che lo mette nel girone dei simoniaci (XIX, XXVII)

Ed el gridò: "Se' tu già costì ritto,
se' tu già costì ritto, Bonifazio?
Di parecchi anni mi mentì lo scritto.

Se' tu sì tosto di quell'aver sazio
per lo qual non temesti tòrre a 'nganno
la bella donna, e poi di farne strazio?".
(Canto XIX, Inferno, 52-57)

lunedì 22 dicembre 2014

ERASMO DA NARNI DETTO "GATTAMELATA"

Una grande figura come quella del condottiero Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, evoca immediatamente il celebre monumento di Donatello sul piazzale della Basilica a Padova e l’altrettanto famoso ritratto del Giorgione oggi agli Uffizi che ricorda la Serenissima Repubblica di Venezia che lo volle come Capitano generale, e che gelosamente custodì la sua armatura fatta di 134 pezzi alta 206 centimetri per 122 di torace e settantaquattro di spalle, pesante quarantanove chili e il suo bastone di comando, nel palazzo ducale.

Erasmo da Narni nacque nel 1370 nella omonima cittadina di Narni, in Umbria: il condottiero passato alla storia con l’alquanto curioso soprannome di Gattamelata, potrebbe indurci a pensare ad un personaggio infido e malfidato come era prassi dei soldati mercenari del XV secolo. Questo nomignolo, in realtà, venne fuori dalla deformazione di un’assonanza, perché era figlio di Maria Gattelli e di un fornaio che, tra l’altro non gli perdonò mai di aver scelto la carriera militare. Secondo il biografo Giovanni Eroli, invece, gli venne attribuito il nomignolo di Gattamelata per la "dolcezza dè suoi modi congiunta a grande furberia, di cui giovossi molto in guerra a uccellare e corre in agguato i mal cauti nemici e pel suo parlare accorto e mite dolce e soave”. Secondo studi recenti quest’appellativo potrebbe derivare dal cimiero che il condottiero indossava durante le battaglie che aveva la forma di una gatta color del miele. Erasmo esordì nella vita militare sotto Ceccolo Broglia e in seguito al servizio di Braccio da Montone al servizio prima di Firenze e poi di Venezia, cui rimase sempre fedele. Partecipò ad importanti azioni quali la repressione della Rivolta di Bologna contro i Canedoli, in qualità di emissario di Filippo Maria Visconti, e alla grande campagna nella Lombardia orientale e nel Veneto (1437-1439). In questa campagna il Gattamelata attuò un'abile tattica difensiva, che si concluse con la riconquista di Verona nel 1439. Il suo carattere tranquillo piacque molto al pontefice Martino V, che lo prese e al suo servizio nel 1427, per ripulire l'Umbria, l'Emilia e la Romagna dai signorotti troppo irrequieti nel suo tentativo di recuperare le terre sottratte al dominio della Chiesa durante lo scisma. Le tormentate vicende di quegli anni si finirono definitivamente nella battaglia dell'Aquila del giugno 1424. I Bracceschi, alleati di Alfonso d'Aragona, assediavano la città, e contro di essi si mossero prima Muzio Attendolo Sforza e poi il figlio Francesco, sempre per conto di Giovanna II. Prima dello scontro decisivo Braccio, il 25 maggio, pensò di dividere le proprie forze in quindici squadre, una delle quali era affidata a Erasmo che convocò in consiglio tutti i suoi ufficiali. La tradizione vuole che proprio il non aver ascoltato il parere di Erasmo fu fatale al condottiero perugino, che rifiutò la proposta di assaltare subito gli alloggiamenti dei nemici e di sorvegliare le alture circostanti, la città per evitarne l'imminente rafforzamento. Braccio volle attendere invece lo scontro in campo aperto che gli fu poi fatale: vi trovò, infatti, la morte, mentre il Gattamelata fuggiva assieme a Niccolò Piccinino dalla parte di Ocre.Sempre col Piccinino, e con Oddo, figlio di Braccio, Erasmo riunì le restanti compagnie braccesche e le condusse al servizio di Firenze, impegnata contro il duca di Milano, Filippo Maria Visconti. Il sodalizio fu breve: morto Oddo, e mutato fronte il Piccinino (suo acerrimo rivale), E. accettò direttamente la condotta nell'esercito di Niccolò della Stella, capitano generale della Repubblica fiorentina. Il quasi sessantenne Gattamelata portò con sé l'amico Brandolino Brandolini di Bagnocavallo, iniziando un’attività che durò sette anni e che non presentò particolari pericoli. Al nuovo papa Eugenio IV però un condottiero così non va; per la marca d'Ancona scorrazza Francesco Sforza, dalla Romagna cala Niccolò Piccinino, e in Umbria c'è Niccolò della Stella, il pontefice scappa in Toscana e non paga le milizie del Gattamelata, lo farà di contro Venezia, alla quale piace il suo temperamento tranquillo. Nel 1430, nella nuova guerra contro il Visconti, all'abbandono del comando da parte del Gonzaga, Venezia affidò al Gattamelata il comando unico, la grande dote di questo condottiero giunto in tarda età al comando supremo, fu quella di non avere ambizioni politiche, e di essere fedele allo stato in cui serve. Da Brescia tentò delle sortite per superare l'accerchiamento cui era sottoposto dal Piccinino, per arrivare a Verona, non ci riuscì ma nel settembre del 1438 circumnavigando il Garda e arrivando a Rovereto. Il Gattamelata ebbe subito però il problema di foraggiare la città assediata: e fu allora che il condottiero ebbe l’idea di far risalire l'Adige a cinque triremi e venticinque barche, caricandoli sui muli e facendoli arrivare a Rovereto. Con l'ingaggio di Francesco Sforza nei primi mesi del 1439, le cose per Venezia migliorarono anche perché nell'inverno del 1439 il Gattamelata fu colpito da due attacchi di apoplessia sul lago di Garda, con un burchiello il settantenne capitano fu portato a Verona. Migliorò ma non poté più combattere e, infatti, la Serenissima gli tolse il comando generale. Visse gli ultimi anni in modo tranquillo percependo il soldo della condotta sebbene sia stato in seguito chiamato a far parte della nobiltà veneta, con privilegi e poteri dei nobili. Alla fine del 1442 si ritirò a Padova, dove morì il 16 gennaio 1443 e venne sepolto nella basilica del Santo con solenni funerali di stato, alla presenza del doge.

Articolo di Roberta Fameli. Tutti i diritti riservati.



BIBLIOGRAFIA
  • * Joachim Poeschke, Reiterbilder und Wertesymbolik in der Frührenaissance – Zum Gattamelata-Monument Donatellos, in: Joachim Poeschke, Thomas Weigel, Britta Kusch-Arnhold (Hgg.), Praemium Virtutis III – Reiterstandbilder von der Antike bis zum Klassizismus. Rhema-Verlag, Münster 2008, ISBN 978-3-930454-59-4
  • * Raphael Beuing: Reiterbilder der Frührenaissance – Monument und Memoria. Rhema-Verlag, Münster 2010, ISBN 978-3-930454-88-4
  • * Atti del convegno: "La chiesa di Santa Maria Maggiore e i domenicani a Narni" Narni 2010, Morphema Editrice

domenica 21 dicembre 2014

ABBAZIA DI IONA


L'Abbazia di Iona è uno dei più antichi ed importanti centri religiosi europei ed è il posto da cui è partita la missione di cristianizzazione di tutta la Scozia. L'abbazia si trova nell'isola di Iona e fa parte delle suggestive isole Ebridi. Proprio qui il 12 maggio dell'anno 563, San Columba, un re e monaco irlandese giunse con altri compagni nell'isola di Iona dall'Irlanda fondando un monastero. Alcuni monaci, fra cui San Colombano, si sparsero in Europa e costruirono una serie di importanti monasteri, come l'Abbazia di Lindisfarne, costruita da Iona Sant'Aidan verso il 635 e l'Abbazia di San Gallo, in Svizzera, fondata nel 613 proprio da San Gallo. Nell'806 tutti gli abitanti dell'Abbazia furono uccisi da una durissima scorreria Vichinga. La Chiesa Celtica rimase separata dalla Chiesa Cattolica e nel XIII secolo l'Abbazia fu assoggettata nella Chiesa di Roma trasformandosi in un Ordine Benedettino. Quando in Scozia arrivò la Riforma Protestante, Iona decrebbe di importanza e molti edifici scozzesi furono distrutte. L'Isola di Iona è un cimitero: qui riposano la maggior parte dei re di Scozia, i capi dei clan e anche molti principi scozzesi, norvegesi ed irlandesi. Nell'abbazia è visibile un bellissimo chiostro e la croce celtica di San Giovanni nel museo dell'Abbazia.




Interno dell'Abbazia di Iona
Fonte: Dir Grutzmacher, Wikipedia

sabato 20 dicembre 2014

LA BASILICA DELLA NATIVITA' DI BETLEMME E I SUOI IPOGEI

La figura di Gesù, ormai alle soglie del 2015, è ancora oggetto di studio da parte di studiosi e semplici appassionati di storia del Cristianesimo e non solo. Ma cosa affascina maggiormente di questa figura? Questo articolo cercherà di raccogliere le informazioni principali su Gesù scandagliando la Storia, i vangeli alla leggenda con l'obiettivo di fornire al lettore un quadro quanto più chiaro possibile su cosa accadde in Palestina più di duemila anni fa... Basti pensare, infatti, che la nascita di Gesù non era presente nelle elencazioni delle feste nei primi anni di nascita del Cristianesimo e soltanto nel Basso Medioevo si è tentato di dare importanza o comunque una impronta storica alla nascita di Gesù. La data della nascita è senza dubbio uno degli elementi più affascinanti. Il cristianesimo festeggia il bambinello il 25 dicembre la cui menzione risale al Cronographus del 354, un testo scritto da Filocalo. L'assegnazione della data sembra il frutto di una sorta di "compromesso" tra idee ebraiche e correnti religiose interne al Cristianesimo. Ma è solamente la coincidenza con il giorno del Natalis Solis Invicti che impone il 25 dicembre come la data di nascita di Cristo. Nel periodo tardo-antico, riuscì a far coincidere le feste dell'Impero Romano con i culti che provenivano direttamente dall'Oriente. Oltre ai già citati elementi di unione, si unirono anche alcuni elementi della tradizione popolare infatti proprio nel periodo in cui si entra nel solstizio di inverno venivano celebrati importantissimi riti propiziatori come i Saturnali, feste dedicate al Dio dell'agricoltura al quale venivano offerti raccolti e pranzi. Furono San Giovanni Battista e Zaccaria i primissimi che identificarono Cristo con il Sole consentendo una evidente sovrapposizione dell'iconografia pagana a quella cristiana. 
Uno dei primissimi testi che descrivono un pellegrinaggio in terra santa è l'Itinerarium Ad Loca Sancta di Egeria, vissuta nel IV secolo: nel testo si descrive anche il Natale in cui il vescovo di Gerusalemme si recava a Betlemme in pellegrinaggio. Egeria afferma anche che la presentazione del bambinello nel Tempio risalga a 14 giorni dopo il 6 gennaio e quindi intorno al 480 si riteneva che il 25 dicembre fosse davvero la data del Natale.

Particolarmente affascinanti erano le celebrazioni ad Antiochia e Gerusalemme ma fu a Roma dove, forse, ebbe il valore maggiore e precisamente a Santa Maria Maggiore dove il Natale ebbe i suoi primissimi riconoscimenti. Durante la Vigilia di Natale la cattedra del papa era posta a Santa Maria Maggiore nel presbiterio dove venivano allestite candele di incenso mentre all'interno della chiesa era possibile ascoltare canti e litanie. Sant'Ambrogio introdusse riti più o meno simili a Milano con l'intento di diffondere il culto del Natale anche in altre chiese del nord. 

La Basilica della Natività

Uno dei luoghi principali della vita di Gesù è senza dubbio la Basilica della Natività. San Girolamo ci dice che i romani innalzarono nel luogo dove Gesù morì una statua di Afrodite insieme ad un grandissimo tempio dedicato a Zeus. Successivamente alla rivolta di Bar Kokhba (131 d.C.) Adriano fece ricostruire Gerusalemme come fosse una città pagana iniziando una pesante repressione contro gli Ebrei diffondendo, in quella zona, i culti pagani cancellando tutti i luoghi di culti degli ebrei: unitamente vennero assimilati anche tutti gli spazi cristiani che furono letteralmente "segnalati". La costruzione della Basilica avvenne nel 330 per volere di Costantino e della madre, la regina Elena in una zona particolarmente ricca di cavità ipogee che erano luoghi di precedenti culti (si noti come a Roma molte delle chiese antiche sorgono proprio su santuari che prima erano pagani, si veda Santa Sabina, Santa Prisca su tutte...). 

La Grotta della natività (Fonte: betlemme.custodia.org)

Luogo della nascita di Gesù
Fonte immagine Wikipedia, autore Donatus
Le pareti naturali della grotta abbellite in epoca costantiniana, furono ricoperte di marmo in epoca bizantina. S’iniziò a venerare l'altare della Natività solo quando in epoca bizantina fu creato questo spazio in ricordo del luogo preciso della nascita di Gesù. L’attuale struttura è ormai totalmente modificata da quella descritta dal pellegrino Focas e dall'Abate Daniele nel XII sec. Due colonne in pietra rossa e l'iscrizione «Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus» sovrastano l'altare, sopra al quale sono rappresentati la Vergine e il Bambino in fasce, la scena del lavacro e quella della venuta dei pastori. Sotto l'altare è posta la stella con l'iscrizione latina: «Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est» in ricordo del luogo preciso della Natività. A destra dell'altare sta il luogo dove Maria pose Gesù dentro la mangiatoia, detto anche "del Presepio". In questo punto della Grotta il pavimento è più basso e il vano è costituito da colonne simili a quelle bizantine della navata centrale della basilica e da resti di due colonne crociate. Di fronte al Presepio c'è un piccolo altare dedicato ai Magi, dove i latini celebrano la Santa Messa. La struttura del presepio non è originale ma è il risultato di ritocchi derivati dalla continua usura del tempo e del passaggio dei pellegrini. Dopo l'incendio del 1869 le pareti della Grotta furono ricoperte di amianto per prevenire gli incendi, donato dal Presidente della Repubblica Francese, il Maresciallo MacMahon, nel 1874. Al disotto del rivestimento sono ancora visibili i marmi crociati originari; mentre al di sopra si possono vedere dei dipinti su tavola.

La Grotta di San Giuseppe

Grotta di San Giuseppe
Fonte: betlemme-custodia.org

Usciamo dalla Grotta della Natività e attraversiamo un cunicolo che fu costruito dai francescani per accedere alla Grotta di San Giuseppe che costituirà l'ingresso più vicino alla Natività. La grotta, in cui troviamo l'altare di San Giuseppe, era un luogo utilizzato come sepolcreto dato che l'abitudine di seppellire il defunto nei pressi del luogo sacro era in voga sia in Oriente ma anche in Occidente. 

La Grotta degli Innocenti

Grotta degli Innocenti
Fonte: betlemme-custodia.org

Mettendoci alle spalle l'altare di San Giuseppe notiamo alla destra la Grotta degli Innocenti in cui si ricorda la drammatica Strage di infanti provocata da Erode pochi giorni dopo la nascita di Gesù. Nei primissimi secoli del cristianesimo, la memoria degli infanti erano ricordati in quella che era probabilmente una fossa comune in cui furono scoperte un numero incredibile di ossa di cadaveri

La Grotta di San Girolamo

Grotta di San Girolamo
Grotta di Girolamo
Fonte: betlemme-custodia.org

Prima di entrare nella Grotta di San Girolamo vi sono due altari uno dedicato a Paola ed Eustochio, seguaci di Girolamo, e l'altro dedicato a Girolamo ed Eusebio, padri della Chiesa. A destra del primo altare vi sono tre sepolcri disposti come quelli scoperti nelle campagne romane e questo fa pensare che fossero presenti nella città di Gesù fedeli di comunità latine che seppellivano il defunto secondo il metodo utilizzato nelle catacombe dove i corpi venivano deposti in nicchie costruite internamente alle pareti.


Foto tratte dal sito http://www.betlemme.custodia.org/

Orario d’apertura dei Santuari:

Basilica della Natività 
6.30 -19.30 (orario estivo)
5.30-18.00 (orario invernale)
domenica mattina la Grotta è chiusa

Santa Caterina 
6.00-19.00 (orario estivo)
5.30-18.00 (orario invernale)

Campo dei Pastori 
8.00 -18.00 domenica 8.00-11.45/ 14.00-17.30 (orario estivo)
8.00 -17.00 domenica 8.00-11.45/ 12.00-16.30 (orario invernale)

Grotta del Latte
8.00-18.00 (orario estivo)
8.00-17.00 (orario invernale)

S.Messe:
E’ possibile celebrare S.Messe presso la Grotta della Natività previa prenotazione al Franciscan Pilgrims' Office - FPO

MENU' NATALIZIO MEDIEVALE


Dal sito SapereSapori, riportiamo questo buon menù natalizio dai connotati medievali. Ormai mancano pochi giorni e anche per mangiare, anzi soprattutto per mangiare, puoi sempre contare sulle idee di Sguardo Sul Medioevo e dei suoi amici! I piatti sono tratti dal più importante ricettario medievale inglese. Ed è sicuramente, uno dei più importanti ricettari europei di quel periodo

Crostini vegetali (Fenkel in soppes)

Prendi dei lobi di finocchio, tagliali a pezzi non troppo piccoli, falli bollire in acqua e olio con cipolle sminuzzate, aggiungi zafferano, sale e spezie delicate in polvere...Prendi del pane a fette e tostalo; versa sopra la salsa calda e servi.

Per 6 persone
4 finocchi, 2 cipollotti freschi, 1 bustina di zafferano in polvere, 1 cucchiaino di zenzero in polvere, 6 fette di pane casereccio tostato, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Pulisci i finocchi e tagliali in grossi spicchi. Mettili a sbollentare in abbondante acqua salata, devono solo ammorbidirsi perche’ la cottura non deve durare piu’ di 6/7 minuti. Adesso tritali a pezzi non troppo piccoli, aggiungi i cipollotti tritati a fettine sottili, lo zafferano e lo zenzero sciolti in un po’ d’olio. Condisci il tutto con il sale, il pepe e abbondante olio. Spalma questo composto sulle fette di pane tostato e servi.

Crostoni di pane e porri (Slyt soppes)

Prendi il bianco dei porri e taglialo fine , fai bollire in vino, olio e sale finche’ e’ cotto; tosta del pane e disponilo nei piatti, versa sopra la salsa calda e servi.

Per 6 persone
6 porri,1 bicchiere di vino bianco secco, 6 fette di pane casereccio tostato, sale e pepe, olio extravergine oliva.

Taglia i porri a fettine sottili e mettili a cuocere in un tegame con l’olio; quando saranno appassiti versa il vino e fallo sfumare. Copri e fai cuocere a fiamma bassa per 30 minuti finche’ i porri saranno ridotti a crema, aggiunge il sale a abbondante pepe. Spalma il composto sul pane tostato caldo, aggiungi un filo d’olio crudo e servi.

Ravioli bianchi (Rauioles)

Prendi del formaggio bianco e sminuzzalo, uniscilo con uova, zafferano e una buona quantita’ di burro. Prepara un sottile foglio di pasta e racchiudi il composto come tortelletti; immergili in acqua bollente e fai cuocere. Prendi del burro caldo sciolto e del formaggio grattugiato e disponi i ravioli nei piatti; metti il burro caldo con il formaggio grattugiato sotto e sopra i ravioli, spolvera con un pizzico di noce moscata e pepe.

Filetto di maiale alla vinaigrette (Vinegrate)

Per 6 persone
1,5kg. Di filetto di maiale tagliato a cubetti,1 bicchiere di vino rosso, ½ bicchiere di aceto balsamico,3 cipolle tritate, 3 foglie di alloro, 3 chiodi di garofano, 1 stecca di cannella, 6 bacche di ginepro,Olio extravergine di oliva, sale e pepe

In una casseruola friggere le cipolle tritate in abbondante olio, quando saranno appassite aggiungere la carne e rosolarla bene da ogni lato. Aggiungere il vino, l’aceto, l’alloro e tutte le spezie. Aggiusta di sale e di pepe. Copri e fai cuocere lentamente finche’ il sughetto si sara’ ristretto (1 ora ½ circa) Servi in tavola ben caldo.

Salsa delicata (Sobre sawse)

Per 6 persone
3 fette di pane secco, 3 cucchiai da tavola di uvetta, 1 bicchiere scarso di vino rosso, 1 bustina di zafferano in polvere, 2 chiodi di garofano, sale e pepe, olio extravergine di oliva.

Metti l’olio in un padellino e aggiungi il pane sbriciolato e l’uvetta, fai rosolare per qualche istante poi aggiungi il vino nel quale avrai fatto sciogliere lo zafferano e le spezie. Copri e fai cuocere a fuoco basso finche’ il composto sara’ morbido, aggiungi sale e pepe e servi in tavola. Questa salsa e’ molto gustosa se accompagna del pesce bollito.

Bollito di pesce finemente tritato ( Martrews of fyssh)

Per 6 persone
2 kg di pesce misto lavato e squamato: spigola, merluzzo, coda di rospo,200 gr di mandorle tritate, 2 fette di pane raffermo,2 cipolle, 1 finocchio, 2 carote, 1 mazzetto di prezzemolo, 2 coste di sedano, 2 foglie di alloro, 2 bustine di zafferano in polvere, ½ cucchiaino da caffe’ di noce moscata in polvere, ½ cucchiaino di zenzero in polvere, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

In una pentola capace metti a bollire il pesce in acqua salata con le cipolle, il finocchio tagliato a quarti, il sedano, le carote a pezzi, il prezzemolo e le foglie di alloro. Fai cuocere finche’ il pesce e le verdure saranno cotte. Scola il pesce tenendo da parte le verdure e il brodo. Elimina lische e spine e passa la polpa al setaccio; raccoglila e mettila in un tegame di coccio insieme alle verdure tenute da parte e al brodo di cottura. Aggiungi le mandorle tritate e le spezie, fai cuocere finche’ la crema si addensa un po’. Aggiungi il sale e il pepe e servi la zuppa ben calda.

Pan speziato (Payn ragoun)

Per 6 persone
150 gr. di zucchero,1 tazza di miele, 100 gr di pinoli, 2 cucchiaini di zenzero in polvere

In una casseruola possibilmente di rame fai fondere a fuoco lento lo zucchero e il miele facendo attenzione che non brucino. Quando il composto sara’ di un bel colore oro intenso togli dal fuoco, aggiungi i pinoli e lo zenzero, mescola bene e versa su un piano di marmo unto di olio.

Tagliare questo croccante a rombi e fallo raffreddare. Per conservarlo in una scatola di latta avvolgerlo in carta trasparente.

Crocchette di frutta ( Rysshews of fruyt)

Per 6 persone
350 gr di fichi secchi, 150 di uvetta, 2 mele, 2 pere, 2 bicchieri di vino rosso, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di zenzero in polvere. 2 uova, pangrattato q.b. olio per friggere

Sbatti le uova, trita finemente i fichi secchi e l’uvetta. Aggiungi le mele e le pere grattugiate, insieme allo zenzero e alla cannella. Con il composto prepara tante palline, immergile una ad una nelle uova e poi passale nel pane grattugiato. In una padella capace metti a scaldare abbondante olio, quando sara’ bollente immergi le crocchette di frutta e falle dorare da ogni lato. scolale bene e lasciare asciugare su carta assorbente. Servi ben calde.

Tratto da The Form of cury ed. G,.Tommasi. Segnalato e riportato dal sito www.saperesapori.it

LE TESTIMONIANZE DIRETTE SULLA BASILICA DELLA NATIVITA' DI BETLEMME


Se qualcuno richiedesse ancora nuovi argomenti per convincersi che Gesù è nato a Betlemme, secondo la profezia di Michea e secondo la storia scritta dai discepoli di Gesù nei vangeli, rifletta come, conformemente alla narrazione evangelica della nascita, viene mostrata la grotta di Betlemme dove è nato, e, nella grotta, una mangiatoia dove fu deposto. E tutto questo è noto, in quei luoghi, anche a coloro che sono estranei alla fede: che in quella grotta ha veduto la luce colui che è adorato e ammirato dai cristiani (Origene)

E subito dedicò al Dio che adorava due templi: uno presso la grotta della Natività e l’altro sul monte dell’Ascensione. Il Dio con noi accettò infatti di sottostare alla nascita e il luogo della sua nascita nella carne: chiamato Betlemme presso gli Ebrei. La piissima imperatrice volle dunque abbellire il luogo dei parto della Madre di Dio con monumenti meravigliosi, facendo risplendere la sacra grotta di ogni genere di ornamenti. L’imperatore, poco dopo, l’arricchì ancora di più di doni votivi veramente di natura regale accrescendo gli ornamenti procurati dalla madre con la varietà e il pregio di veli intessuti d’oro e d’argento. (Eusebio di Cesarea)

E ancora per quelli che da Gerusalemme vanno a Betlemme, al quarto miglio, sulla strada, a destra, c’è il sepolcro dove fu deposta Rachele, la moglie di Giacobbe. Di là, verso sinistra, a due miglia c’è Betlemme. Dove nacque il Signore Gesù Cristo è costruita una basilica per ordine di Costantino. (Anonimo di Bordeaux)

A Betlemme per tutti gli otto giorni, ogni giorno, la festa col suo ornamento viene solennizzata dai presbiteri, da tutto il clero del luogo e dai monaci che dimorano in quel posto. Infatti in quell’ora in cui tutti ritornano di notte a Gerusalemme col vescovo, proprio allora i monaci di quel luogo, quali siano, vegliano fino al mattino nella chiesa di Betlemme, dicendo inni e antifone; perciò è necessario tenere sempre in Gerusalemme il vescovo in questi giorni. Per la solennità e per la festa di quel giorno si raduna a Gerusalemme un’immensa moltitudine da ogni parte, non solo di monaci, ma anche di laici, uomini e donne. (Egeria, Itinerarium Ad Loca Sancta Cap. XXV-12.)

Ma parliamo ora del paesello di Cristo e del rifugio di Maria(dato che ognuno loda maggiormente ciò che possiede); però con quali parole e in quale lingua possiamo spiegarti la grotta del salvatore? E quel presepio, in cui Egli da bambino vagì, bisogna venerarlo più col silenzio, che con parole inadeguate. Dove sono gli spaziosi portici, dove sono i soffitti dorati? dove sono i palazzi ornati con i sacrifici dei poveri e col lavoro degli schiavi? dove sono le basiliche che, a somiglianza dei palazzi, sono costruite con le ricchezze dei privati, al solo scopo di far camminare questo nostro piccolo e miserabile corpo umano in un ambiente più prezioso, e come se in questo mondo vi possa essere qualche cosa di maggior ornamento, si preferisca contemplare più le cose fatte bene, che il cielo? (Ma) ecco che in questo piccolo buco della terra è nato il Creatore dei cieli; qui fu avvolto nei panni; qui fu visto dai pastori; qui fu indicato dalla stella; qui fu adorato dai Magi. E io credo che questo posto è più sacro della rupe Tarpea, che per essere stata più volte colpita da fulmini del cielo, ci fa capire che essa dispiaceva al Signore... (Girolamo, Epistola 46)

Dai tempi di Adriano fino all’imperatore Costantino, per circa 180 anni, fu venerata una immagine di Giove sul luogo della Risurrezione e una statua marmorea di Venere sul luogo della Crocifissione ... E quanto a Betlemme, ora nostra, quel santissimo tra i luoghi della terra del quale il salmista canta: “La verità germoglierà dalla terra” era ombreggiato da un boschetto sacro a Tammuz, cioè Adone, e nella grotta dove un tempo Cristo, bambino, aveva vagito si piangeva l’amante di Venere.
Epistola 58 (Girolamo, Epistola 48)

Urbicio veniva chiamato il Sovraintendente dell’Impero, perchè lo fu a sette imperatori dell’impero; era egli che metteva le corone sul capo di quei medesimi imperatori, ed era egli che le toglieva, e anche correggeva gl’imperatori.
Esiste un luogo sacro a 3 miglia da Gerusalemme: quando Madonna Maria, Madre del Signore, andava a Betlemme, scese dall’asina, sedette sopra una roccia e la benedisse. Il Sovraintendente Urbicio fece tagliare quella roccia e la fece squadrare in forma di altare, perchè voleva spedirla a Costantinopoli. Giunta alla Porta di S.Stefano, non si potè più smuoverla. Una coppia di buoi tirava(il carro)con quella pietra, e visto che in nessuna maniera si poteva tirarla in avanti come prima, fu riportata al sepolcro del Signore, e di quella pietra fu fatto un altare; noi(oggi)a quell’altare facciamo la Comunione. Però sta dietro il sepolcro del Signore. Il Sovraintendente Urbicio morì e fu sepolto in Costantinopoli al tempo dell’imperatore Anastasio. Ma quella terra non volle ricevere Urbicio: per tre volte il suo sepolcro lo cacciò fuori. (Teodosio)

Sulla via che conduce a Betlemme si trova a tre miglia da Gerusalemme il sepolcro di Rachele, al limite del luogo chiamato Rama. Nello stesso posto ho visto nel mezzo della strada uscire dalla roccia un'acqua lenta, a mio giudizio fino a sette sestari, da cui tutti riempiono, e non diminuisce e nemmeno aumenta. Bevendola, ha un gusto indicibilmente soave, e dicono che ciò avviene, perché Santa Maria fuggendo in Egitto, sedette in quel luogo ed ebbe sete, e perciò uscì fuori codesta acqua. Là adesso esiste una chiesa costruita recentemente. Da quel posto fino a Betlemme vi sono tre miglia. Betlemme è un luogo splendidissimo; vi sono molti servi di Dio; nella grotta, dove nacque il Signore si trova la mangiatoia, ornata di oggetti d'oro e d'argento; vi sono lampade accese giorno e notte. L'entrata della grotta è veramente stretta. Il prete Girolamo all'entrata della grotta scavò in quella roccia e vi fece il suo sepolcro, dove poi fu messo. Drittamente a mezzo miglio da Betlemme, in un sobborgo, vi sono due sepolcri: in uno riposa David, ed insieme vi sta suo figlio Salomone. Quella basilica si chiama "ad Sanctum David". I bambini che furono uccisi da Erode, hanno in quel posto il loro sepolcro, e sono sepolti tutti insieme; aprendo quel sepolcro, si vedono le loro ossa. Di fronte a Betlemme si trova un monastero cinto di muro, in cui vive una numerosa comunità di monaci. (Anonimo da Piacenza)

De illa petra extra murum posita, super quam aqua primae post nativitatem dominici ablutionis corpusculi de muri summitate inclinato, in quo fuit, effusa est vasculo, breviter commemorandum aestimo. Quae sacri lavacri aqua de muro effusa in petra inferius iacente quasi quandam natura cavatam invenit fossam; quae cadem undula in primo dominico repleta natalico ex eadem die ad nostra usque tempora per multos saeculorum circuitus purissima plena monstratur limpha sine ulla defectione vel diminutione, nostro Salvatore hoc miraculum a die nativitatis suae peragente, de quo propheta canit: Qui eduxit aquam de petra et apostolus Paulus: Petra autem erat Christus, qui de durissima contra naturam petra in deserto sitienti populo consolatoriam produxit undam. Idem ipse est dei virtus et dei sapientia, qui et de Bethlemitica illa petra aquam eduxit lacunam plenam semper limphis conservat. Quam noster Arculfus propriis obtutibus inspexit et in ea faciem lavit. (Arculfo)

Da lì ( Willibaldo ) andò a Betlemme, dove il bue conobbe il suo padrone e l’asino il presepio del suo Signore. Avvicinandosi quindi a quel pozzo, che prima aveva meravigliato l’udito ( di tutti ); vide sulla superfice dell’acqua la figura di una stella andare da un margine all’altro; essa apparve più per il nato Signore ( che per i Magi ), che li condusse fuori Betlemme nel tredicesimo giorno della nascita del Signore. (Itinerarium Sancti Willibald Cap. 12)

Poi ( Willibaldo ) andò al luogo dove un angelo apparve ai pastori dicendo:”Vi annuncio una grande gioia ecc”...E da lì andò a Betlemme , dove nacque il Signore, che sta a sette miglia da Gerusalemme. Nell’antichità quel luogo dove nacque il Cristo, era una grotta sotto terra, ed ora è un’abitazione quadrangolare tagliata nella roccia, e tutt’all’intorno fu scavata la terra e gettata via. E sopra di essa attualmente è costruita una chiesa. E dove nacque nostro Signore, adesso vi sta sopra un altare; ed è stato fatto un’altro altare più piccolo; perciò quando ( i pellegrini ) vogliono celebrare la Messa nella grotta, prendono quel piccolo altare, lo portano lì dentro nel tempo in cui vogliono celebrare la Messa, e di nuovo lo riportano fuori. Quella chiesa che sta sopra dove nacque il Signore, è una gloriosa costruzione fatta a forma di croce.
(Itinerarium Sancti Willibald Cap. 22)

Così Omar costruì un tempio e pose la pietra nella parte posteriore. Da lì partì per veder Betlemme. Quando giunse il tempo dell preghiera, pregò nella chiesa, presso l’arco sud. Tutto l’arco era adormato da mosaici. Omar scrisse un documento per il patriarca proibendo ai Musulmani di pregare in quel posto se no uno alla volta, uno dopo l’altro e proibendo i loro incontri là per la preghiera, o di essere chiamati tutti insieme dalla voce dell’urlatore, e proibì che fosse alterata una qualsiasi parte di questo documento. Eutichio di Alessandria (Said ibn Batriq), Annali (sec. X)

Bethleem civitas in Judea sex milibus distat a Jerosolimis in australem plagam: ibi nichil a Sarracenis est remissum habitabile, sed omnia devastata sicut in aliis omnibus sanctis locis extra murum civitatis Jerosoliman, preter monasterium beata virginis Mariae matris Domini nostri quod est magnum atque preclarum. In eadem ecclesia est quedam cripta sub choro, quasi in medio, in qua conspicitur ipse locus nativitatis Dominicae, quasi ad levam; ad dexteram vero paulo inferius, juxta locum nativitatis Domini, est presepe ubi bos et asinus stabant, imposit Dominico infante coram eis in presepio; lapis autem unde caput Salvatoris nostri in sepulchro supponebatur, a sancto Jeronimo presbitero illuc Jerosolimis delatus, in presepio sepius videri potest. Ipse vero sanctus Jeronimus sub altare aquilonis in eadem ecclesia requiescit. Innocentes quidem qui infantes pro Christo infante ibidem ab Herode trucidti sunt, in australi parte ecclesiasub altare requiescunt; due etiam sacratissimae mulieres Paula et filia eius Eustochium virgo similiter ibi requiescunt. (Sevulfo)

Il luogo della Natività è girato verso oriente e vis-à-vis, leggermente a destra, si trova la mangiatoglia di Cristo; questa è piazzata a occidente “su una roccia ed è in questa santa mangitoia che il Cristo, nostro Dio, fu deposto, avvolto in un povero panno, Lui che tutto ha sofferto per la nostra salvezza. Questi due punti, quello della Natività e quello del Presepe, sono l’uno vicino all’altro, non sono separati che da una distanza di poco spazio, e si trovano nella stessa grotta, che è coperta de mosaico e ben pavimentata. (Abate Daniele)

La Santa Betlemme è costruita sopra una collina rocciosa dove c’è la sacra grotto e la mangiatoia, e la fonte da cui Davide desiderò bere; e si vede una chiesa di grande lunghezza costruita sulla sommità della grotta; è di grandi dimensioni, a forma di croce, col tetto ricoperto di assi di legno impermeabile ; ma il soffitto sull’altare è formato da una volta di pietra. Questa bellissima e vasta chiesa fu costruita anche dalla mano munifica del mio Imperatore salvifico, che ha anche adornato l’intera chiesa con mosaici d’oro: dentro in molti posti, e specialmente nel sacrario stesso sopra la santa grotta, il pastore, incaricato di quelli che in quel luogo seguono il rito latino, ha posto il bellissimo ritratto dell’imperatore, probabilmente per ringraziarlo della sua magnanimità.  (Giovanni Focas)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. (Vangelo di Luca 2,1-17)

Immagine tratta da Wikipedia, Autore: Mohammada Atta

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