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martedì 14 luglio 2015

"LA RIVOLUZIONE FRANCESE? MEMORIA DELLA MENZOGNA E DELLA MORTE"

Articolo di Carmelo Currò Troiano. Per oltre due tristi secoli, gli studenti europei sono stati culturalmente (meglio dire mentalmente) nutriti con valanghe di verità dimezzate e camionate di bugie stampate. Martiri trasformati in persecutori; demoni travestiti da eroi. Tonnellate di mele avvelenate sono state offerte da serpenti spaventosi a languidi abitanti di paradisi terrestri, prossimi a trasformarsi in deserti mortali. La presa della Bastiglia, scelta come simbolo, segno, data e ricordo dalle nostre società che di commemorazioni si riempiono, per delimitare, santificare e dimenticare gli avvenimenti che hanno edificato il loro presente, è stata anno dopo anno evento prediletto di sinistrorsi, professori, settari, storici superficiali e sedicenti tali. Sono ormai decenni che Pierre Gaxotte e tanti altri studiosi seri hanno pubblicato e diffuso quel che i polemisti cattolici e monarchici avevano invano ricordato dagli anni tristi del massacro rivoluzionario: nel 1789 la Bastiglia non era più da qualche secolo una prigione politica, e meno di dieci criminali comuni vi erano rinchiusi prima di essere momentaneamente liberati (e quindi rimessi sotto chiave), nei giorni del disordine che doveva abbattere ogni segno di potere statale. Non c’erano prigionieri politici, non perseguitati, non martiri della libertà, non oppressi fra quelle mura. Maria Antonietta non aveva mai chiesto di offrire briochès agli affamati al posto del pane; né aveva mai usato il danaro pubblico per acquistare i suoi gioielli; né passava le notti in compagnia di amanti. La dolce, buona Regina già allieva prediletta del sommo Metastasio, aveva sposato giovanissima un uomo altrettanto dolce e puro di cuore quale Luigi XVI, discendente di S.Luigi IX e di numerosi Re e Santi medievali, le cui virtù erano state così ammirate e raccolte dal popolo, dalla Chiesa, dai funzionari dello Stato, da essere trasformate in quel mirabile rito del tocco degli scrofolosi: gesto rituale, preghiera collettiva cui i Re di Francia quotidianamente si assoggettavano, toccando con la loro mano folle di malati che giungevano di tutta Europa, sicuri che le dita del Sovrano avrebbero potuto guarire le malattie visibili dei loro corpi. Eppure, quali castelli di menzogne, quali atroci bugie sono state inventate, scritte, diffuse, su questi due sposi regali, su questi genitori privati dei figli, separati da coloro che li amavano, gettati in carcere, spinti sulla ghigliottina. Sarebbe necessario rileggere come Luigi XVI e Maria Antonietta abbiano affrontato da Santi e martiri la loro morte. Quali tenere parole essi abbiano avuto reciprocamente; quale esempio di pietà cristiana sia stato il Re quando scrisse per l’ultima volta al suo figlio (a sua volta prossimo martire), allorché nella lettera indirizzatagli gli raccomandava innanzitutto di perdonare e di non vendicare la sua morte. Perché gli storici della rivoluzione non hanno ricordato i milioni di morti uccisi nel nome della libertà e dell’uguaglianza negli anni successivi? Perché non hanno menzionato i fiumi di sangue scorsi sulle piazze dove venivano ghigliottinati nobili, contadini, sacerdoti e monarchici di ogni condizione; il sangue versato nelle città d’Europa invase dalla marea rivoluzionaria? E poi, il sangue derivato dalle sommosse settarie e dalle persecuzioni, dalle guerre mondiali e regionali che hanno consumato infiniti sacrifici satanici, iniziando dall’ “inutile strage” che fu la prima guerra mondiale, in cui finalmente si compiva il programma di abbattere l’Impero d’Austria dopo che si era abbattuto il Regno di Francia. La Francia figlia primogenita della Chiesa, e poi quell’Impero austriaco che fu baluardo contro i Turchi, e prodromo della riconquista cattolica dell’Europa dopo l’alleanza fedele con la Baviera, per rilanciare la Fede nella SS.Eucarestia negata dagli oppressori protestanti. Nessun 14 luglio da ricordare, da festeggiare, se non da guardare come inizio ufficiale della negazione ufficiale, dottrinale, statale, dell’uomo. Il diavolo, il “nemico del genere umano” ha sempre sete del sangue, e lo ha dimostrato in Russia, in Vietnam, in Cambogia, oggi nel Medio oriente, nelle stragi dell’Isis o nei suicidi di quanti sono affamati e rovinati da politici, poteri forti e banchieri. Ricordiamo che solo Gesù Cristo, il Principe della Pace, ha dato il suo Sangue sulla Croce per amore verso l’uomo, dicendo: “ho sete”: sete divina delle anime.

Articolo di Carmelo Currò Troiano. Tutti i diritti riservati. 

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