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mercoledì 10 febbraio 2016

LE LOCUZIONI DANTESCHE CHE USIAMO TUTTI I GIORNI


Qualche giorno fa dissi a una persona "leggi Dante che è sempre molto attuale" e la risposta che ottenni mi lasciò spiazzato "è vecchio e non è così attuale". Ora...questo denota una ignoranza abissale e oltretutto non giustificabile dal fatto che "al liceo non me lo hanno fatto piacere". In realtà gran parte delle locuzioni che utilizziamo ancora oggi le troviamo proprio nelle immense e immortali opere del poeta fiorentino che ci fornisce sempre quello spunto culturale che ci consente di mostrare chiaramente come la sua letteratura sia ancora decisamente attuale.

Stai fresco

Utilizziamo la locuzione "stai fresco" quando siamo sicuri che qualcosa finisce male e, con un tale significato negativo, l'espressione non poteva che arrivare dall'Inferno, dal lago di Cocito "dove i peccatori stanno freschi" perché quasi totalmente immersi nel ghiaccio.

Galeotto fu...

..."Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante". Questa è la frase dantesca, una delle più belle e cariche di significato della letteratura mondiale. In chiave moderna la utilizziamo quando siamo spinti a fare qualcosa; Galeotto, in realtà, era un certo Galehault un personaggio che sostenne l'amore di Ginevra e Lancillotto i due protagonisti di questa frase che Dante ritrova nel V canto dell'Inferno.

Gran Rifiuto

"vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto"...così Dante indica una figura misteriosa il cui nome non viene mai pronunciato: a chi si riferiva? Secondo una teoria consolidatasi nel tempo il destinatario del messaggio sarebbe stato Celestino V il primo papa a rinunciare al Soglio di Pietro sulla cui morte regna ancora il mistero. La sua abdicazione darà spazio a quel Benedetto Caetani (Bonifacio VIII) che diverrà il suo acerrimo nemico. Poteva forse, Dante, riferirsi a Ponzio Pilato il cui gran rifiuto è rimasto nella storia?

Senza infamia e senza lode

Così così...potrebbe andare meglio...questa è la traduzione in termini moderni della locuzione che troviamo nel III dell'inferno versetto 36. Per Dante essere senza infamia e senza lode era un peccato gravissimo tanto che fece dire a Virgilio "non ragioniam di loro, ma guarda e passa" tipica espressione che Virgilio dedicava con disprezzo agli ignavi, a coloro che non prendono iniziative, che non prendono una posizione ed erano degni dell'oblio.

Tremare vene e i polsi

Si usa quando indichiamo qualcosa di tetro e spaventoso. Dante, uscito dalla selva oscura, incontra tre animali tra cui una lupa che lo terrorizzò al punto da "fa tremar le vene e i polsi”.

Non mi tange

Non mi interessa. Anche in questo caso l'aulico riferimento che andremo a fare ha origine nell'inferno dantesco: Beatrice sta parlando e dice "Io son fatta da Dio, sua mercé, tale / che la vostra miseria non mi tange” per ordinare a Virgilio di salvare Dante il qualche gli chiese come fosse possibile che una persona come lei all'inferno non soffrisse e la risposta fu: Il male non la tocca, o meglio, non la “tange”

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