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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

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Le Leggende Medioevali

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sabato 20 dicembre 2014

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Della celeberrima Strage degli Innocenti ne parla solo Matteo nel suo Vangelo (Matteo 2,1-16) in cui narra di Erode il Grande, re della Giudea, che decise di ordinare un vero e proprio massacro allo scopo di uccidere il piccolo Gesù dato che fu avvisato della sua nascita dai Magi. La tradizione legata ai vangeli narra che Gesù riuscì a fuggire dalla rabbia cieca di Erode grazie ad un angelo che avvisò in sogno suo padre, Giuseppe, ordinando una fuga in Egitto. Gesù tornerà nella Giudea, a Nazaret poco dopo la morte del feroce Erode. Alcuni studiosi mettono in dubbio la storicità dell'evento (dato che non compare nelle opere di Flavio, una fonte documentale di grande importanza per la storia giudaica risalente al primo secolo dopo Cristo; altri, invece, ne affermano la assoluta storicità dato che il profilo e il modus operandi di Erode era assolutamente conforme col suo carattere di uomo sanguinario preoccupato di vedersi usurpato del potere tanto che sterminò buona parte della sua famiglia e decine di oppositori. Secondo quanto ci dice Macrobio, Augusto quando venne a sapere della morte dei figli di Erode, ebbe a dire: È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli» (Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, pag.23). La Chiesa Cattolica riconosce il culto dei poveri bambini il 28 dicembre. Il Martirologio romano li riconosce così:

«28 dicembre - Festa dei santi Innocenti martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato, onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l’Agnello»

Approfondiamo meglio l'episodio raccontando brevemente cosa ci dice il Vangelo di Matteo. Come abbiamo detto, l'episodio è citato solamente in Matteo che fa iniziare il racconto della strage dopo la nascita di Gesù proprio ai tempi di Erode (73-4 a.C.). I magi giunsero a Gerusalemme chiedendo dove dimorasse colui che era il Re dei Giudei...non Erode...ma un bambino! Erode seppe del fatto e preoccupato chiese ai suoi sacerdoti dove fosse nato questo bambino che poteva usurpare il proprio potere. I sacerdoti interpellati risposero che le profezie e gli oracoli ascoltati segnavano come città in cui poteva nascere un nuovo re dei giudei era Betlemme. Erode decise di inviare i magi per assicurarsi che la profezia fosse vera ma, dopo essere stati avvertiti da un angelo, i magi non tornarono a Gerusalemme. Giuseppe, che fu avvertito a sua volta da un angelo, portò suo figlio Gesù in Egitto: Erode si adirò e ordinò di uccidere tutti i figli maschi che avessero minimo dai due anni in giù. Il drammatico episodio è stato ripreso anche dall'iconologia medievale: basti pensare, ad esempio, che nel IV secolo Pudenzio descrisse in toni drammatici l'evento nella sua opera Cathemerinon Liber of Prudentius, XII. Hymnus Epiphaniae, 99-100. La descrizione è davvero molto dura, si narrano addirittura corpicini squartati brutalmente. Particolarmente interessante, benchè drammatico, è l'affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova, affresco che è posto "strategicamente" dinanzi alla scena di Crocifissione di Gesù...non è un caso; il bambino che si era salvato dal sacrificio di tanti altri piccoli martiri, muore innocente con tanto di martirio per la salvezza dell'Uomo. Anche Duccio di Boninsegna ci vuole narrare la vicenda in una tavola che è possibile vedere presso il Museo dell'Opera del Duomo di Siena. 

giovedì 18 dicembre 2014

"LA STRATEGA. ANNO DOMINI 1164" - L'AUTRICE GIOVANNA BARBIERI INCONTRA I LETTORI. EVENTO ORGANIZZATO DALL'"ASSOCIAZIONE ITALIA MEDIEVALE" E "JACA BOOK". SABATO 10 GENNAIO 2015 ORE 17.00


Sabato 10 gennaio 2015, alle ore 17,00 presso la Libreria Jaca Book “Città Possibile” in Via Frua, 11 a Milano (Ingresso da Via delle Stelline), l’Associazione Culturale Italia Medievale e Editoriale Jaca Book sono lieti di invitarvi alla presentazione del romanzo storico “La stratega. Anno domini 1164″ di Giovanna Barbieri. Interviene l’autrice. Seguirà rinfresco. Ingresso libero. “La stratega. Anno domini 1164″ è un romanzo storico-fantastico. Dopo un forte temporale Alice, una giovane donna del XXI secolo, si ritrova nel 1163, in un bosco della bellissima Valpolicella. Cos’è accaduto? Chi l’ha inviata nel 1163 durante la lotta degli anti-imperiali contro l’imperatore Federico il Barbarossa e perché? É stata una casualità o un disegno divino? Ferita e confusa, Alice viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi, che la conduce all’abbazia del Sacro Cuore di Arbizzano, dove viene curata dalle gentili monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita e portata nel castello di Fumane, dovrà decidere come agire: lottare per ritornare nella sua epoca oppure, per fuggire alle ingiuste accuse di stregoneria, partecipare all’assedio di Rivoli del 1165 a fianco del cavalier Lorenzo Aligari del quale s’innamora perdutamente.

Questo evento è parte di “Medioevo quante Storie“ (http://www.medioevoquantestorie.net/).

LA "SPONGATA", IL DOLCE AMATO DA FRANCESCO SFORZA



Inviato in dono al duca di Milano, nel 1454, la spongata, o spungata, prende il nome dal termine spongia, ossia spugna, per l’aspetto spugnoso e irregolare che ne contraddistingue la superficie. Se la gastronomia ligure si caratterizza per la duplice tendenza marinara da un lato e contadina dall’altro, la cucina rustica tipica della zona spezzina, oltre a piatti a base di datteri di mare, moscardini e muscoli, come vengono chiamate localmente le cozze, propone tra le sue specialità l’invitante mesc-ciua. Un piatto povero, nato dalla felice mescolanza di ceci, fagioli e frumento, grazie a esperte e accorte massaie, abili nel confezionare una zuppa gustosa e nutriente con i cereali e le granaglie che, sfuggite dai sacchi durante le operazioni di carico e scarico delle navi, potevano essere raccolte dagli scaricatori. A Sarzana nel periodo natalizio si gusta invece una torta chiamata spongata, o spungata, dal termine spongia, ossia spugna, per l’aspetto spugnoso e irregolare che ne contraddistingue la superficie. Inviato in dono al duca di Milano Francesco Sforza nel 1454, questo dolce viene realizzato con una base di pasta sfoglia, ricoperta da uno strato di marmellata di mele e pere, frutta candita, pinoli e mandorle, su cui si adagia un secondo strato di sfoglia, fittamente bucherellato per facilitarne la cottura in forno e, infine, modellato con uno stampo di legno.


Fonte: Medioevo.it (Numero 209 della rivista "Medioevo")
Articolo di Chiara Parente

lunedì 15 dicembre 2014

CONFERENZA "CANZONI DELL'AMOR CORTESE" - SABATO 20 DICEMBRE 2014 ORE 17.00


Sabato 20 dicembre 2014, alle ore 17,00 presso la Libreria Jaca Book “Città Possibile” in Via Frua, 11 a Milano (Ingresso da Via delle Stelline), l’Associazione Culturale Italia Medievale e Editoriale Jaca Book sono lieti di invitarvi alla conferenza-concerto “Canzoni dell’amor Cortese” con la partecipazione del Lilium Aeris (http://www.liliumaeris.net/) e la presentazione del loro ultimo CD “L’Amoros Pessamens”. Ingresso libero. Segue aperitivo. I Lilium Aeris, nell’occasione Serena Fiandro (voce, gemshorn, bombarda) e Andrea Tuffanelli (liuto, viella, cornamusa) presenteranno il loro ultimo lavoro discografico “L’Amoros Pessamens” e ci parleranno delle melodie pure ed evocative dei trovatori del XII e XIII secolo. Si intrecciano i temi del Fin Amor, l’amor cortese, il desiderio per la donna amata come fonte di elevazione spirituale, insieme al tradimento, alla gelosia e alla crudeltà della donna amata, in quella che è la prima ed una delle più alte manifestazioni di musica e poesia in lingua romanza. Ne saranno influenzate la poesia italiana delle origini, così come tutta l’arte medievale, fino a pervadere tutta l’arte occidentale e la nostra stessa concezione dell’amore.

Sabato 20 dicembre 2014 dalle ore 17.00 alle ore 19.00
Libreria Jaca Book, Via Frua, 11 Milano

Questa iniziativa è parte di Medioevo quante Storie (http://www.medioevoquantestorie.net/).

sabato 13 dicembre 2014

APERITIVO ARCHEOLOGICO BARBARICO - SABATO 21 DICEMBRE 2014 ORE 18.00

Questa volta l'aperitivo archeologico è AL MUSEO e prima si assaggiare le ricette…assaggeremo il sapore dell'invasione: assisteremo alla caduta di Roma e sotto i colpi devastanti dei Barbari! Dalla più bella stanza in opus sectile mai ricostruita…con pezzi originali…sgargianti marmi colorati…ci muoveremo verso i CONFINI dell'Impero e sentiremo la pressione dei BARBARI sul coll…scopriremo le loro origini nordiche…i loro costumi…gli dei e le saghe mitiche…e poi ci faremo invadere! Una passeggiata tra i LONGOBARDI con le loro sepolture di grandi guerrieri…tra i segreti della metallurgia e dell'oreficeria... Poi tra gli ARABI nella stanza dei tessuti egizi del Museo…e infine con i loro grandi avversari…i FRANCHI... Alla fine di questo viaggio, in un mondo che diventa DIVERSO, lo chef non sarà di buone maniere…ma sarà un vero barbaro…con le RICETTE LONGOBARDE del Goto Vinidario! Niente nouvelle cousine...berremo a sorsi la birra dei Longobardi…addentando il "maiale al coriandolo e al timo" e scoprendo la libidine di una zuppa di legumi, cotiche e senape...e tante altre ricette…e perché no...sarà curioso attraversare il mediterraneo verso sud nella stessa epoca e scoprire la prima ricetta di cous cous concepita dalle popolazioni berbere nell' VIII secolo d.C.

*AVVERTENZE: è un aperitivo archeologico. Tutte le ricette di epoca Longobarda sono tratte da fonti originali.

L'aperitivo si svolgerà nei locali adiacenti al Museo.

DOVE: Museo Dell'alto Medioevo; Viale Lincoln 3
QUANDO: Domenica 21 Dicembre ore 18
COSTO: 20 euro

PROGRAMMA:

Ore 18.00 inizio visita guidata
Ore 19.00 Inizio APERITIVO ARCHEOLOGICO
Ore 20.15 fine evento

**Si ringrazia l'ente EUR S.p.a per la disponibiltà

SAN BERNARDO, IL GIGANTE DEL XII SECOLO

Autore del libro “Bernardo renovator seculi”, il professor Marco Meschini dell’Università della Svizzera Italiana ha tenuto un'affascinante conferenza il 18 novembre presso il Museo Archeologico di Milano con la collaborazione dell’Associazione Culturale Italia Medievale. Nel corso dell'appuntamento, egli ha invitato il pubblico ad accostarsi alla figura di san Bernardo di Clairvaux, riformatore dell’ordine cistercense, come quella di un autentico gigante del suo tempo. Per convenzione, infatti, il Medioevo è suddiviso dagli storici in Alto e Basso Medioevo, situando l’Alto Medioevo nel segmento temporale che va dal 476 all’anno 1000, o anno cerniera, e il Basso Medioevo dall’anno 1000 al 1492, anno della scoperta dell’America. C’è però la possibilità di tripartire il Medioevo in segmenti di tempo ancora diversi, idea che Meschini fa propria in modo particolare a riguardo della vera “età di mezzo” o Pieno Medioevo, come culmine dell'intero periodo. Avremo dunque:

l’Alto Medioevo                               il Pieno Medioevo                            il Basso Medioevo
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Dal 476 al 1000                                 Dal 1000 al 1300 *                        Dal 1300 al 1492

(*Nel 1300 Bonifacio VIII indice il primo Giubileo.)

Nel Pieno Medioevo accadono fatti cruciali, innanzitutto a livello politico e storico: proprio in Italia assistiamo alla nascita dei Comuni, cioè a quella forma di governo locale che costituisce la prima sperimentazione di autonomia popolare tesa a superare la monarchia – fatto salvo le democrazie greche – e l’avvio delle Crociate di Terrasanta, cioè quei flussi di eserciti che, sulla spinta dei proclami papali, si recavano oltremare per conquistare ampie porzioni di territorio, e che continuano fino al 1291. In questo periodo si sviluppano le realizzazioni più alte dell’ingegno umano, a maturazione di un processo artistico irresistibile: in architettura c’è l’avvento della solida arte romanica prima, e poi la fioritura dell’arte gotica. Nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento, prendono una fisionomia più definita le grandi università europee, come la prestigiosa Schola medica salernitana. Tra le maggiori figure che hanno campeggiato a vario titolo nell'epoca in cui vissero, e che guarda caso nacquero ancora in Italia, sono Francesco d’Assisi a livello religioso e spirituale e Dante Alighieri a livello letterario, politico e poetico. 

Eppure il XII secolo è stato indicato come “il secolo di Bernard di Clairvaux”, meglio noto, anche se in maniera imprecisa, come Bernardo di Chiaravalle. Non quindi Abelardo o Federico Barbarossa, Francesco d’Assisi o Dante Alighieri… ma Bernardo. Chi era veramente Bernardo e perché la sua vita è considerata così straordinaria al punto da intitolargli un secolo?

LA DESCRIZIONE FISICA

Marco Meschini parte dal dato più semplice, cioè la descrizione fisica fornita dai suoi contemporanei, e in particolare osservando il ritratto in una lunetta dell’abbazia di Viboldone riprodotta nella copertina del libro Bernardo renovator seculi. Le testimonianze dei suoi contemporanei raccontano che aveva i capelli rossicci e gli occhi molto azzurri e che era piuttosto basso di statura. Nell’affresco di Viboldone, egli è vestito di bianco, mentre i monaci solitamente vestivano di scuro. Il colore scuro ricorda la terra, che porta con sé l’idea dell’umiltà ma anche della sporcizia. Obiettivo di Bernardo è, invece, evocare con il colore bianco la purezza e la perfezione, come obiettivi del percorso religioso. L’ordine cistercense riformato da Bernardo ci presenta monaci che, per primi, vestono audacemente di bianco. Nella stessa immagine egli impugna il pastorale, nonostante il fatto che non fosse nemmeno un vescovo, ma un abate, ovverosia il capo e il padre di una comunità monacale: un esponente del monachesimo, movimento di derivazione orientale. Il pastorale richiama il simbolo del Buon Pastore, cioè pastore del gregge comunitario. La parola abate deriva da “abbà”, cioè padre in lingua ebraica. Nell’altra mano regge un libro, a indicazione che egli abbia ricevuto il titolo di dottore della Chiesa (fatto avvenuto nel 1830). 

LA VITA

Bernardo nasce in Borgogna nel 1090 da Tescelino, vassallo del duca di Borgogna, ed Aletta, ed è terzo di sette figli, tutti maschi tranne l’ultima, Umbelina. A quattordici-quindici anni, età in cui si era già adulti nel Medioevo, Bernardo studia grammatica e retorica. A diciassette anni, comincia a soffrire di una malattia allo stomaco che lo affliggerà per tutta la vita, con tutta probabilità un tumore. Nel 1113 decide di farsi monaco e chiede di entrare presso il monastero di Cîteaux, fondato quindici anni prima da Roberto di Molesmes e allora retto da Stefano Harding. Roberto era stato il primo monaco della comunità ed era un riformatore, poiché aveva constatato un certo lassismo nella regola seguita dai monaci. Si è monaci, infatti, quando si rinuncia alla propria volontà obbedendo agli ordini, comunque e sempre, e indipendentemente dal livello spirituale del proprio superiore. Il fatto che Bernardo decida di farsi monaco non ha nulla di straordinario in sé, ma il fatto davvero fuori dal comune è che è riuscito a convincere, e quindi a portare con sé, una trentina di persone, tra cui amici, conoscenti, parenti, i suoi stessi fratelli. I monaci di Cîteaux erano pochissimi, così l’arrivo di queste persone diventa davvero provvidenziale. 

Nel 1115 Bernardo fonda Clairvaux, di cui rimarrà sempre abate. Tra il 1130 e il 1139 c’è uno scisma nella Chiesa, e a contrapposizione tra due Papi: Papa Innocenzo II e l’antipapa Anacleto. Bernardo sposa il partito di Innocenzo II e si mette in viaggio per arrivare in Italia, pur non amando allontanarsi da Clairvaux e, in genere, viaggiare. Si chiude lo scisma con la morte di Anacleto, tuttavia viene nominato un nuovo antipapa, Vittore IV. Bernardo va a Roma da Vittore, si chiude con lui per l’intera notte in una stanza e, il giorno dopo, Vittore si fa da parte e depone la tiara. Nel 1140 c’è lo scontro con Abelardo, che era un altro genio della dialettica, occupatosi del mistero trinitario ed accusato di eresia. Viene chiamato Bernardo perché l’unico in grado di affrontarne l’eloquenza, tuttavia Bernardo convoca i vescovi prima che lo scontro avvenga e fa condannare Abelardo abusando del suo potere (a riprova che anche i santi hanno le loro pecche!). Nel 1145 incomincia la Seconda Crociata dove però si arruolano poche centinaia di persone. Il Papa chiede allora a Bernardo di predicare, ed è tale il successo che ne partono in moltissimi. Tuttavia la crociata, dal punto di vista bellico, si rivelerà un insuccesso clamoroso.

Nel 1153 Bernardo muore a 63 anni, probabilmente a causa del male che lo ha afflitto per tutta la vita. Pochi anni dopo, cioè nel 1174, Bernardo viene canonizzato.

LE ABBAZIE CISTERCENSI


Dall’abbazia di Clairvaux gemmano in brevissimo tempo altre figlie, e impressionante è vedere come in poco tempo in tutta Europa sono fondate moltissime altre abbazie cistercensi. Alla morte di Bernardo nel 1113 si contano ben 345 abbazie (da tener conto che ogni abbazia doveva avere come minimo un abate e dodici monaci) per un totale di circa 10.000 monaci.

GLI SCRITTI DI BERNARDO

Bernardo è un autore molto prolifico e dotato di grande eloquenza al punto da essere chiamato “il dottore mellifluo” (che stilla, emana dolcezza, secondo l'etimologia) nell'enciclica di Papa Pio XII del 1953: "Il dottore mellifluo ultimo dei padri, ma non certo inferiore ai primi, si segnalò per tali doti di mente e di animo, cui Dio aggiunse abbondanza di doni celesti, da apparire dominatore sovrano nelle molteplici e troppo spesso turbolente vicende della sua epoca, per santità, saggezza e somma prudenza, consiglio nell'agire." Scrive ininterrottamente dal 1118 al 1154. 

Tra le sue opere più famose sono: Grazia e libero arbitrio, Le lettere contro Pietro Abelardo, Il dovere di amare Dio, Sermoni sul Cantico dei Cantici, Elogio della nuova cavalleria. De laude novae militiae (in cui prende le parti del nuovo ordine religioso-cavalleresco del Tempio, meglio noto come ordine templare), De cura rei familiaris.


In particolare, nel 1118 scrive Sermoni in lode della Vergine dove per la prima volta propone la Madonna come madre di Dio e quindi madre dell’umanità. Bernardo introduce il concetto che noi siamo fratelli e quindi figli di Dio, cioè della Madonna, con riferimento alla scena nel Vangelo di Giovanni in cui Cristo sulla croce indica Giovanni evangelista come figlio di Maria e Maria come madre di Giovanni. 

La Madonna è venerata da Bernardo perché ci porta Cristo e come intermediaria tra terra e cielo. Senza la sua intercessione, infatti, e con le sole forze umane poco o niente si può ottenere. Nel XXXIII canto del Paradiso di Dante, infatti, è lo stesso Bernardo a rivolgersi alla Vergine affinché interceda, e Dante possa cogliere la visione di Dio, con la bellissima preghiera che inizia con le parole: "Vergine Madre, figlia del tuo figlio, / umile e alta più che creature, / termine fisso d’etterno consiglio. Tu se' colei che l'umana natura / nobilitasti sì, che 'l suo fattore / non disdegnò di farsi sua fattura. / Nel ventre tuo si raccese l'amore, / per lo cui caldo ne l'etterna pace / così è germinato questo fiore.”

IL MISTICO

Nell’opera Sul dovere di amare Dio Bernardo prova a spiegare l’ineffabile esperienza mistica attraverso quattro fasi, ovvero i quattro gradi dell’amore. Nel pensiero medievale la scala è un simbolo importante, come del resto le gerarchie, che non venivano però vissute in senso oppressivo come nel pensiero moderno, ma come strumento per elevarsi. Meschini invita a cercare la parola “autorità” nell’enciclopedia Treccani, e a leggere la riflessione di Augusto del Noce, tra cui anche il fatto che “auctoritas derivi infatti da augere, ‛far crescere'. Per comune origine etimologica è connesso con i termini Augustus (colui che accresce), auxilium (aiuto che viene dato da una potenza superiore), augurium (termine anch'esso di origine religiosa: voto per una cooperazione divina all'accrescimento).” Molto interessante è anche leggerla per capire il tramonto del concetto di autorità nel Novecento, compresa quella paterna.

Bernardo ci parla quindi dell’Amore, e nel Diligendo Deo al capitolo XV ci dice che:

1 L’uomo si ama per me stesso: "... bisogna che il nostro amore cominci dalla carne. Se poi è diretto secondo un giusto ordine, [...] sotto l'ispirazione della Grazia, sarà infine perfezionato dallo spirito. Infatti non viene prima lo spirituale, ma ciò che è animale precede ciò che è spirituale. [...] Perciò prima l'uomo ama se stesso per sé [...]. Vedendo poi che da solo non può sussistere, comincia a cercare Dio per mezzo della fede, come un essere necessario e Lo ama."

Questo è il grado più primitivo dell’amore, quello che tutti sperimentiamo, e che però porta al ripiegamento come fanno gli animali a quattro zampe con lo sguardo sempre fisso al suolo.

2 L’uomo ama Dio per sé: "Nel secondo grado, quindi, ama Dio, ma per sé, non per Lui. Cominciando però a frequentare Dio e ad onorarlo in rapporto alle proprie necessità, viene a conoscerlo a poco a poco con la lettura, con la riflessione, con la preghiera, con l'obbedienza; così gli si avvicina quasi insensibilmente attraverso una certa familiarità e gusta pura quanto sia soave."

Questo passaggio successivo chiama in causa Dio, cui però ci si rivolge perché accordi dei benefici, come fosse una sorta di mercato. Rimane un retrogusto egoistico in questo tipo di rapporto.

3 L’uomo ama Dio per Dio stesso: "Dopo aver assaporato questa soavità l'anima passa al terzo grado, amando Dio non per sé, ma per Lui. In questo grado ci si ferma a lungo, anzi, non so se in questa vita sia possibile raggiungere il quarto grado." 

Finalmente l’uomo ama Dio in quanto forza emanante puro amore, che dona gratuitamente. Ma non è ancora finita, c’è un passaggio ulteriore che chiude il cerchio e che, secondo lo stesso Bernardo, è molto difficile raggiungere in questa vita.

4 L’uomo ama se stesso per Dio: "Quello cioè in cui l'uomo ama se stesso solo per Dio. [...] Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà se stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui. Io credo che provasse questo il profeta, quando diceva: "-Entrerò nella potenza del Signore e mi ricorderò solo della Tua giustizia-". [...]"

Poiché Dio è ovunque, anche nell'uomo, ne consegue che vivere questa esperienza d’amore è essere deificati.

Dopo questa affascinante conferenza di Marco Meschini, purtroppo interrotta sul più bello per tempo scaduto, rimane l'esigenza di approfondire la figura di questo santo, in special modo la sua opera Sul dovere di amare Dio e i gradi dell’amore mistico.

Articolo di Maria Cristina Cavaliere del blog Manoscritto Medievale

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Bibliografia e link: 
San Bernardo renovator seculi – a cura di Marco Meschini – ANCORA ITACA·
Lettere ai monaci dell’abbazia di St Bertin – Bernardo di Chiaravalle – MARIETTI 
La famiglia che raggiunse Cristo – La saga di Cîteaux – Padre M. Raymond – EDIZIONI SAN PAOLO
http://www.treccani.it/enciclopedia/autorita_%28Enciclopedia_del_Novecento%29/

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