
I STAZIONE
Gesù è condannato a morte
Intimità, tradimento, condanna
Gesù è condannato a morte
Intimità, tradimento, condanna
Dal Vangelo secondo Luca (22,
19-20)
Questo è il mio corpo, che
è dato per voi; … Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è
versato per voi.
Dal
Vangelo secondo Marco (15, 12-13. 15)
Pilato disse loro di nuovo:
«Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei
Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare
soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto
flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Ho appena celebrato la Pasqua
con i miei discepoli. L’avevo molto desiderata (cfr Lc 22,
15): l’ultima Pasqua, prima della passione, prima di tornare a Te, Padre!
Improvvisamente, però, è stata turbata. A un mio discepolo, il diavolo ha messo
in cuore di tradirmi (cfr Gv 13,
9). Nel giardino del Getsemani mi è venuto incontro. Con un gesto che significa
amore, mi ha salutato dicendomi: “Salve, Rabbi!”. E mi ha dato un bacio
(cfr Mt 26, 49). Che
amarezza, in quel momento!
Durante la cena, Ti ho
implorato, Padre, perché Tu custodisca i miei discepoli nel Tuo nome, così che
siano una cosa sola, come noi (cfr Gv 17,
11).
La
nostra risonanza
Ancor più dei primi discepoli,
siamo noi, o Gesù, ad essere fragili nella fede. Rischiamo pure di tradirti,
mentre il tuo amore ci dovrebbe indurre a crescere nell’amore per Te.
Ci occorrono preghiera,
vigilanza, sincerità e verità. Così la fede crescerà. E sarà robusta e gioiosa.
Preghiamo
Custoditi dall’Eucaristia
Il tuo corpo e il tuo sangue,
Signore Gesù,
ci custodiscano per la vita eterna.
(Cfr Messale Romano, Riti di Comunione,
preghiera del celebrante. Cfr Gv 6,
53-58; Ef 2, 4-6)
Questo miracolo avvenga per i
sacerdoti che presiedono l’Eucaristia e per tutti noi fedeli che ci accostiamo
all’altare per ricevere Te, pane vivo disceso dal cielo.
II STAZIONE
Gesù abbraccia la sua la croce
“Annoverato tra gli empi”
Gesù abbraccia la sua la croce
“Annoverato tra gli empi”
Dal
Vangelo secondo Marco (15, 20)
Dopo essersi fatti beffe di
lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo
condussero fuori per crocifiggerlo.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Mi circondano i soldati del
governatore. Per loro, non sono più una persona, ma una cosa. Su di me vogliono
giocare, prendermi in giro. Perciò mi vestono da re. È pronta anche una corona,
ma di spine. Mi percuotono in testa con una canna. Mi sputano addosso. Mi
conducono fuori (cfr Mc 15,
16-20).
Riecheggiano in me parole drammatiche
del profeta Isaia sul Servo del Signore. Si dice che non ha apparenza di
bellezza; è disprezzato; è l’uomo dei dolori; è come un agnello condotto al
macello; viene eliminato dalla terra dei viventi; è percosso a morte. Quel
Servo sono io, per svelare la grandezza dell’amore di Dio per l’uomo (cfr Is 53,
2-8).
La
nostra risonanza
Tu, o Gesù, sei stato dunque “annoverato
tra gli empi” (Is 53, 12; cfr Lc 22,
37). Nella prima generazione cristiana, proprio perché parlavano pubblicamente
di te, Pietro e Giovanni, Paolo e Sila varcarono la soglia del carcere (cfr At 5,
17-33; 16, 16-24). Così è avvenuto molte volte lungo i secoli.
Pure in questi giorni vi sono
uomini e donne che vengono imprigionati, condannati o addirittura trucidati
solo perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace. Essi
non si vergognano della tua croce. Sono per noi mirabili esempi da imitare.
Preghiamo
con le parole di un martire
Shahbaz Bhatti
La mattina del 2 marzo 2011,
il pakistano Shahbaz Bhatti, Ministro per le minoranze, è stato ucciso da un
gruppo di uomini armati. Nel suo testamento spirituale egli ha scritto:
“Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un
sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del
mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri
fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei
poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.
Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano
che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi
considererei privilegiato qualora Gesù volesse accettare il sacrificio della
mia vita”.
Alla luce di questa
testimonianza, preghiamo:
Signore Gesù,
sostieni interiormente i perseguitati.
Si diffonda nel mondo il diritto fondamentale
alla libertà religiosa.
Ti ringraziamo per tutti coloro che,
come «angeli»,
offrono segni meravigliosi del tuo Regno che viene.
III STAZIONE
Gesù cade sotto il peso della croce
“Ecco l’Agnello di Dio”
Gesù cade sotto il peso della croce
“Ecco l’Agnello di Dio”
Dal libro del profeta Isaia (53,
5)
Egli è stato trafitto per
le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà
salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Vacillo mentre muovo i primi
passi verso il Calvario. Ho già perso molto sangue. Mi è difficile reggere il
peso del legno che debbo portare. E così, cado a terra.
Qualcuno mi rialza. Attorno a
me vedo tanta gente. Vi è certamente anche chi mi vuole bene. Altri sono
soltanto dei curiosi. Penso a Giovanni Battista che, all’inizio della mia vita
pubblica, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del
mondo!” (Gv 1, 29). Ora si rivela la verità di
quelle parole.
La
nostra risonanza
O Gesù, questo è il
giorno nel quale non dobbiamo somigliare al fariseo che loda sé stesso, ma
al pubblicano che non osa nemmeno alzare il capo (cfr Lc 18,
10-13). Perciò chiediamo con fiducia a Te, Agnello di Dio, il perdono dei
nostri peccati in pensieri, parole, opere e omissioni.
Meditando sul peso della tua
croce, non ci vergogneremo di tracciare sul nostro corpo il segno della croce:
“È un aiuto efficace: gratuito per i poveri e, per chi è debole, non
richiede alcuno sforzo. Si tratta, infatti, di una grazia di Dio” (Cirillo
di Gerusalemme,Catechesi battesimale 13, 36).
Preghiamo
Tuo Figlio ha condiviso la nostra vita umana
Noi ti lodiamo, Padre santo,
perché molte volte, per mezzo dei profeti,
hai insegnato a sperare nella tua salvezza.
Ti lodiamo perché hai tanto amato il mondo
da mandare a noi il tuo Figlio unigenito.
Per attuare il tuo disegno di redenzione,
egli ha condiviso in tutto, eccetto il peccato,
la nostra condizione umana.
Ai poveri annunziò il Vangelo di salvezza,
la libertà ai prigionieri,
agli afflitti la gioia. (Cfr Messale Romano,
Preghiera eucaristica IV)
Grazie, o Padre!
IV STAZIONE
L’incontro con la Madre
Una spada trafigge l’anima
L’incontro con la Madre
Una spada trafigge l’anima
Dal
vangelo secondo Luca (2, 34 – 35. 51)
Simeone li benedisse e a
Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di
molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada
trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». … Sua
madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
C’è mia Madre tra la folla. Mi
batte il cuore. Non riesco a vederla bene. Il sangue mi è sceso anche sul
volto.
Quando avevo solo quaranta
giorni venni portato, secondo la Legge di Mosè, al Tempio per l’offerta. A mio
padre e a mia madre parlò un profeta. Si chiamava Simeone. Mi prese tra le
braccia. Disse che io sarei stato un “segno di contraddizione” e che a
mia madre “una spada avrebbe trafitto l’anima”. Parole che in questo momento
sono realtà bruciante per lei e per me. Oggi trova pieno compimento l’offerta
di quel giorno (cfr Lc 2,
22-24. 28. 33-35).
La
risonanza di Maria
“O Figlio mio di stirpe
divina, sei trascinato dalle mani di questi geni malvagi e lo sopporti; sei
venuto a metterti nelle catene e volontariamente ti lasci condurre da loro, tu
che sei il liberatore dalle catene del genere umano incatenato! (…) Come sono
distrutta! Dimmi, dimmi una parola, Parola di Dio Padre, non passare oltre in
silenzio, dinanzi alla tua serva divenuta tua Madre” (Gregorio di Nazianzo, La
passione di Cristo, 445-460).
O Gesù, il dramma che Tu
affronti insieme con tua Madre per una viuzza di Gerusalemme, ci fa pensare ai
tanti drammi familiari presenti nel mondo. Ce ne sono per tutti: madri, padri,
figli, nonne e nonni. È facile giudicare, ma più importante è metterci nei
panni degli altri e aiutarli fin dove ci è possibile. Cercheremo di farlo.
Preghiamo
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”
Maria Santissima,
madre di Gesù, sposa di Giuseppe,
ti chiediamo di accompagnare il Sinodo dei Vescovi
dedicato alla famiglia.
Intercedi per il Papa, per i Vescovi
e per tutti coloro che ne sono direttamente coinvolti.
Siano docili allo Spirito Santo
e giungano a un valido discernimento.
Abbiano sempre presente il salmo che dice:
“Amore e verità s’incontreranno” (Sal 85,
11).
A Cana, o Maria, hai suggerito ai servi:
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,
5).
Sostieni gli sposi e i genitori cristiani,
chiamati a testimoniare la bellezza
di una famiglia ispirata
e guidata dalle indicazioni di Gesù.
V STAZIONE
Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce
Tornando dai campi
Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce
Tornando dai campi
Dal
Vangelo secondo Luca (23, 26)
Mentre lo conducevano via,
fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero
addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Sento delle grida attorno a
me. Afferrano di forza un contadino che passava di lì, forse per caso. Senza
troppe spiegazioni lo costringono a caricarsi del mio peso. Mi sento sollevato.
Gli ordinano di mettersi dietro di me. Andremo insieme fino al luogo del
supplizio.
Più di una volta, predicando
il Regno di Dio, avevo detto: “Colui che non porta la propria croce e non
viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,
27). Ma adesso quest’uomo porta addirittura la mia. Forse non sa nemmeno chi
sono, ma intanto mi aiuta e mi segue.
La
nostra risonanza in lode di Simone
“Beato anche tu, Simone,
che hai portato durante la vita la croce dietro al nostro Re. Sono fieri coloro
che portano le insegne dei re, ma svaniranno i re con le loro insegne. Beate le
tue mani che si alzarono e portarono in processione la croce di Gesù che ci
donò la vita” (Efrem il Siro, Inni sulla
crocifissione, IX, 1).
Forse anche per alcuni di noi
l’incontro con te, o Signore, è avvenuto in modo del tutto imprevisto. Ma poi è
cresciuto.
Consideriamo una tua grande
grazia il fatto che non manchino tra noi dei cirenei. Essi
portano la croce degli altri. Lo fanno con perseveranza. A motivarli è l’amore.
La loro presenza diventa sorgente di speranza. Mettono in pratica l’invito di
san Paolo: “Portate gli uni i pesi degli altri” (Gal 6,
2). E così custodiscono i fratelli.
Preghiamo
Chi non ha bisogno di un cireneo?
Signore Gesù, Tu hai detto che
“Si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,
35).
Rendi disponibili anche noi
a svolgere il compito del “cireneo”.
Chi osserva il nostro stile di vita sia incoraggiato,
vedendoci coltivare ciò che è bello,
giusto, vero, essenziale.
Chi è fragile ci vedrà umili perché,
per molti aspetti, siamo fragili anche noi.
Chi riceve da noi segni di gratuità,
percepirà che noi stessi abbiamo mille motivi
per dire “grazie”.
Anche chi non può correre,
può stare tranquillo perché ci è caro.
Ci troverà pronti a rallentare:
non vogliamo lasciarlo indietro.
VI STAZIONE
La Veronica asciuga il volto di Gesù
Discepole
La Veronica asciuga il volto di Gesù
Discepole
Dal
Vangelo secondo Luca (8, 1-3)
[Gesù] se ne andava per
città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti
sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e
molte altre, che li servivano con i loro beni.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Tra la folla ci sono molte
donne. La gentilezza sospinge qualcuna di loro ad avvicinarsi per asciugarmi il
volto. Questo gesto fa riemergere nei miei pensieri diversi incontri. Uno
risale a una settimana fa. Ho cenato, per amicizia, a Betania, ospite di Marta,
Maria e Lazzaro. Maria mi ha cosparso i piedi di olio profumato di vero nardo.
Le ho detto, con sua sorpresa, di conservarlo per la mia sepoltura (cfr Gv 12,
1-7).
Mi vedo anche seduto al pozzo
di Sicar. Ero stanco e assetato. Arriva in quel momento una donna samaritana
con una brocca. Le chiedo acqua. Accenno a un’acqua che zampilla per la vita
eterna. Sembrava che aspettasse questo dono per aprire il suo cuore. Voleva
dirmi tutto di sé. L’ho vista, con meraviglia, scavare dentro la propria
coscienza. È tornata in paese parlando di me e dicendo: “Che sia lui il
Cristo?” (Gv 4, 29).
La
nostra risonanza
O Gesù, questa sera tra noi è
significativa la presenza femminile. Nei Vangeli le donne hanno un posto rilevante.
Hanno assistito Te e gli apostoli. Alcune di loro sono state presenti durante
la tua passione. E saranno le prime a portare l’annuncio della tua
risurrezione.
Il genio
femminile ci sprona a vivere la fede con affetto verso
di Te (cfr J. Ratzinger, La donna, custode
dell’essere umano – Introduzione alla Lettera apostolica Mulieris
dignitatem, Giornale di Teologia, 195, Brescia 1990, 16-17). Ce lo
insegnano tutti i Santi. Vogliamo percorrere la loro strada.
Preghiamo
Il dono della maternità spirituale
Signore Gesù,
l’annuncio della fede nel mondo
e il cammino delle comunità cristiane
sono molto sostenuti dalle donne.
Conservale come testimoni di quella felicità
che fiorisce dall’incontro con Te
e che costituisce il segreto profondo della loro vita.
Custodiscile come segno luminoso di maternità
accanto agli ultimi che, nel loro cuore, diventano i primi.
VII STAZIONE
Gesù cade per la seconda volta
“Non stare lontano da me”
(Sal 21, 12a)
Gesù cade per la seconda volta
“Non stare lontano da me”
(Sal 21, 12a)
Dal
Vangelo secondo Matteo (26, 36-39 passim)
Gesù andò in un podere,
chiamato Getsemani … a pregare. Presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo,
cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste
fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Pregava dicendo: «Padre mio,
se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come
vuoi tu!»
Dal
Vangelo secondo Luca (22, 43-44)
Gli apparve allora un
angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più
intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
La fatica non è soltanto
fisica. C’è qualcosa di più profondo con cui devo fare i conti. Ieri sera ho
pregato a lungo il Padre, prostrato a terra. Il mio sudore era simile a gocce
di sangue. Ero ormai dentro l’agonia. Sto condividendo l’esperienza suprema e
difficile di ogni essere umano vicino alla morte.
Grazie, Padre mio, di aver
mandato in quel momento un angelo dal cielo a consolarmi!
La
nostra risonanza
Gesù, quanta tristezza
nell’abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, l’abbandono,
l’indifferenza, la malattia, la morte di una persona cara!
Incommensurabile è poi la
sofferenza di coloro che sono dentro ad avvenimenti crudeli, a parole di odio e
falsità; o che incontrano cuori di pietra che provocano lacrime e conducono
alla disperazione.
Il cuore dell’uomo – il cuore
di tutti noi – attende ben altro: la custodia dell’amore. Lo insegni Tu, o
Gesù, a noi e a tutti gli uomini di buona volontà: Amatevi
gli uni gli altri come Io ho amato voi (cfr Gv 13,
34).
Preghiamo
Cuore mio, custodisci e consola!
Apriti, cuore mio.
Sii largo come il cuore di Dio.
Apriti per portare speranza.
Apriti per prenderti cura.
Apriti per ascoltare.
Apriti per mettere unguento sulle ferite.
Apriti per donare luce a chi è nelle tenebre.
Custodisci e consola oggi, domani e sempre.
VIII STAZIONE
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
“Voi siete il sale della terra. … Voi siete la luce del mondo”
(Mt 5, 13. 14)
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
“Voi siete il sale della terra. … Voi siete la luce del mondo”
(Mt 5, 13. 14)
Dal
Vangelo secondo Luca (23, 27-28)
Lo seguiva una grande
moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti
su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».
Sentimenti
e pensieri di Gesù
È di pochi giorni fa il mio
ingresso in Gerusalemme. Una piccola folla di discepoli mi ha fatto festa. Mi
ha pure acclamato dicendo: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del
Signore” (Lc 19, 38). Nella sua semplicità,
quel momento è stato solenne. Eppure i farisei hanno mostrato di non gradire.
La festa non mi ha impedito le lacrime provocate dalla vista della città (cfr Lc 19,
41). Ora, mentre vado faticosamente verso il Golgota, risuonano voci di donne
che fanno lamento su di me e si battono il petto.
La
nostra risonanza
Forse anche oggi, Gesù,
vedendo le nostre città, puoi avere motivo per piangere. Anche noi possiamo
essere ciechi nei tuoi confronti, senza comprensione della via di pace da te
indicata (cfr Lc 19, 41).
Ma ora avvertiamo come tua
chiamata quella che hai espresso nel Discorso della Montagna: “Beati i puri
di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio”. E poi quanto hai detto ai tuoi discepoli: “Voi
siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo … Così risplenda la
vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano
gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,
8-9. 13. 14. 16).
Preghiamo
Nella luce della Gerusalemme del Cielo
Signore Dio,
ci hai chiamati alla Gerusalemme del Cielo,
che è la tenda di Dio con gli uomini.
Ci hai promesso che là verrà asciugata
ogni lacrima dai nostri occhi.
Non ci sarà più la morte, né lutto,
né lamento, né affanno.
Tu sarai il nostro Dio e noi il tuo popolo (cfr Ap 21,
4; Is 25,
6-9).
Custodisci in noi la speranza che,
dopo il tempo faticoso della semina nelle lacrime,
arriva quello gioioso della mietitura (cfr Sal 126,
5).
IX STAZIONE
Gesù cade per la terza volta
Il ‘viaggio’ di Gesù
Gesù cade per la terza volta
Il ‘viaggio’ di Gesù
Dal
Vangelo secondo Giovanni (16, 28)
Sono uscito dal Padre e
sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Il mio viaggio terreno sta per
finire. Quando sono nato mia Madre mi ha deposto in una mangiatoia (cfr Lc 2,
7). Ho trascorso quasi tutta la mia vita a Nazaret. Mi sono immerso nella
storia del popolo eletto.
Come inviato itinerante del
Padre, ho annunciato la larghezza del suo amore, che non dimentica nessuno; la
lunghezza del suo amore, fedele attraverso tutte le generazioni; l’altezza del
suo amore, speranza che vince anche la morte (cfr Ef 3,
18-19; Col 1, 27; 1
Tm 1, 1; Eb 6,
18-20); e la profondità del suo amore, che mi ha inviato non per i giusti, ma
per i peccatori (cfr Mc 2,
17).
Molti mi hanno ascoltato e
seguito, diventando miei discepoli; altri non mi hanno capito. Alcuni poi mi
hanno combattuto e infine condannato. Ma in questo momento sono chiamato, più
che mai, a rivelare l’amore di Dio per l’uomo (cfr Gv 13,
1).
La
nostra risonanza
Gesù, di fronte all’amore tuo
e del Padre ci domandiamo se non stiamo rischiando di lasciarci ammaliare dal
mondo per il quale la tua passione e morte è “stoltezza e scandalo”,
mentre è “potenza e sapienza di Dio”? (cfr 1
Cor 1, 23-24). Non siamo forse dei cristiani
tiepidi, mentre il tuo amore è un mistero di fuoco?
Ci rendiamo conto che, prima
che Dio venisse tra noi, non sapevamo chi mai fosse Dio? Quando Tu, Figlio
unigenito, sei giunto, Dio, che ci aveva plasmato secondo la sua immagine,
ci ha permesso di alzare lo sguardo verso di Lui e ci ha promesso il Regno dei
cieli. Come dunque non ameremo Colui che ci ha amato per primo? (cfr Lettera
a Diogneto, VIII, 1; X, 2-3).
Preghiamo
“Abbà, Padre”
Signore Dio,
noi osiamo dire di Te: “Padre nostro”.
Pensare noi stessi come figli
è un dono meraviglioso
di cui ti siamo eternamente grati.
Sappiamo, o Padre,
di non essere soltanto un granello di polvere nell’universo.
Ci hai donato una grande dignità,
ci hai chiamati a libertà.
Liberaci da ogni forma di schiavitù.
Non lasciarci vagare lontano da Te.
Custodisci, o Padre, ognuno di noi.
Custodisci ogni uomo che abita la terra.
X STAZIONE
Gesù spogliato delle vesti
La tunica
Gesù spogliato delle vesti
La tunica
Dal
Libro dei Salmi (21, 19)
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Sto in silenzio. Mi sento
umiliato da un gesto apparentemente banale. Sono già stato spogliato ore fa. Il
mio pensiero va a mia Madre, qui presente. La mia umiliazione è pure la sua.
Anche in questo modo viene trafitta la sua anima. A Lei devo la tunica che mi è
stata strappata e che è un simbolo del suo amore per me (cfr Mt 27,
35).
La
nostra risonanza
La tua tunica, Signore, ci fa
meditare su un momento di grazia e insieme su avvenimenti che vìolano la
dignità dell’uomo.
La grazia è quella del
Battesimo. Al bambino appena diventato cristiano si dice: “Sei diventato
nuova creatura e ti sei rivestito di Cristo. Questa veste bianca sia segno
della tua nuova dignità: aiutato dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari,
portala senza macchia per la vita eterna” (Rito del Battesimo dei
bambini, Consegna della veste bianca; cfr Gal 3,
27). Qui sta la verità più profonda dell’esistenza umana.
Nello stesso tempo, l’amore
con il quale custodisci ogni creatura, ci fa pensare a situazioni tremende: il
traffico di esseri umani, la condizione dei bambini-soldato, il lavoro che
diventa schiavitù, i ragazzi e gli adolescenti derubati di sé stessi, feriti
nella loro intimità, barbaramente profanati.
Tu ci spingi a chiedere
umilmente perdono a quanti subiscono questi oltraggi e a pregare perché
finalmente si svegli la coscienza di chi ha oscurato il cielo nella vita delle
persone. Davanti a Te, o Gesù, rinnoviamo il proposito di “vincere il male
con il bene” (cfrRm 12, 21).
Preghiera
Le due vie
Beato l’uomo
che non entra nel consiglio dei malvagi,
che non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene (Sal 1,
1-3).
XI STAZIONE
Gesù è inchiodato sulla croce
La suprema cattedra dell’amore di Dio
Gesù è inchiodato sulla croce
La suprema cattedra dell’amore di Dio
Dal
vangelo secondo Giovanni (19, 16. 19)
Allora lo consegnò loro
perché fosse crocifisso. … Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre
sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Sentimenti
e pensieri di Gesù
Mi stanno inchiodando mani e
piedi. Le braccia sono allargate. I chiodi penetrano dolorosamente nella mia
carne. Sono bloccato nel corpo, ma libero nel cuore, come liberamente sono
andato incontro alla mia passione (cfr Messale Romano,
Preghiera eucaristica II). Libero perché abitato dall’amore, un amore che vorrebbe
includere tutti.
Osservo chi mi sta
crocifiggendo. Penso a coloro che glielo hanno comandato: “Padre, perdona
loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,
34). Accanto a me stanno altri due condannati alla crocifissione. Uno di loro
mi chiede di ricordarlo quando sarò nel mio regno. Sì, gli dico: “Oggi con
me sarai nel Paradiso” (Lc 23, 43).
La
nostra risonanza
Ti guardiamo, Gesù, inchiodato
alla croce. E sorgono nella nostra coscienza interrogativi impellenti: quando
sarà abolita la pena di morte, ancor oggi praticata in numerosi Stati? Quando
sarà cancellata ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone
innocenti? Il tuo Vangelo è la più salda difesa dell’uomo, di ogni uomo.
Preghiera
“Abbi pietà di noi!”
Signore Gesù,
hai abbracciato la croce
per insegnarci a dare la nostra vita per amore;
nell’ora della morte hai dato ascolto al ladro pentito.
Salvatore innocente,
sei stato annoverato tra gli iniqui
e, ti sei sottoposto al giudizio dei peccatori.
(Liturgia Ambrosiana, Lodi del Venerdì Santo, Acclamazioni
a Cristo Signore)
Abbi pietà di noi!
XII STAZIONE
Gesù muore sulla croce
“O Cristo, Tu ci sei necessario”
(Beato Paolo VI)
Gesù muore sulla croce
“O Cristo, Tu ci sei necessario”
(Beato Paolo VI)
Le
parole di Gesù in croce
Gesù, gridando a gran voce,
disse:«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,
46; Mc 15, 34). Poi,
rivolto alla Madre: «Donna, ecco tuo figlio!»; e al
discepolo Giovanni: «Ecco tua madre!» (Gv 19,
26. 27). Disse: «Ho sete!» (Gv 19,
28);disse: «Tutto è compiuto» (Gv 19,
30); e infine: «Padre,
nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,
46).
La
nostra risonanza
Sulla croce, Gesù, hai
pregato. Proprio in questo modo hai vissuto il culmine della tua vocazione e
missione.
In quel momento ti sei rivolto
a tua Madre e al discepolo Giovanni. Attraverso di loro, ti rivolgevi anche a
noi. Siamo stati affidati a tua Madre. Ci hai chiesto di accoglierla nella
nostra vita per essere custoditi da Lei come lo eri stato Tu.
Siamo fortemente impressionati
dal fatto che, lungo un’agonia durata ore, Tu abbia gridato a gran voce a Dio
con le parole del salmo 21, che esprimono le sofferenze, ma anche le speranze
del giusto.
L’evangelista Luca ricorda
che, poco prima di morire, hai detto: “Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito” (23, 46). La risposta del Padre verrà: sarà la tua risurrezione.
Preghiera
“Omnia nobis est Christus” (S. Ambrogio)
Ci sei necessario, o Cristo,
per conoscere il nostro essere e il nostro destino.
Ci sei necessario
per ritrovare ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia, i tesori della carità,
il bene sommo della pace.
Ci sei necessario, o grande Paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza.
Ci sei necessario, o Vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione e dalla negazione.
Tu ci sei necessario, o Cristo,
per imparare l’amore vero e per camminare,
nella gioia e nella forza della tua carità,
la nostra via faticosa,
fino all’incontro finale con Te,
amato, atteso, benedetto nei secoli.
(G.B. Montini, Lettera pastorale Omnia nobis
est Christus, 1955, preghiera finale).
XIII STAZIONE
Gesù è deposto dalla croce
La via regale per la Chiesa
Dal
vangelo secondo Matteo (27, 54-56)
Il centurione, e quelli che
con lui facevano la guardia a Gesù, … dicevano: «Davvero costui era Figlio di
Dio!». Vi erano là anche molte donne … Tra queste c’erano Maria di Magdala,
Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo
Gesù è passato da questo mondo
al Padre. La sua passione ci dona la grazia di scoprire, all’interno della
storia, la passione di Dio per l’uomo. I santi l’hanno ricambiata diventando
discepoli e apostoli. A questo siamo chiamati anche noi.
La
nostra risonanza
“In Te, Gesù – parola fatta
carne – siamo chiamati ad essere la Chiesa della misericordia.
In Te – povero per scelta – la Chiesa è chiamata ad essere povera e amica dei
poveri.
Contemplando il Tuo volto, il nostro non potrà essere diverso dal Tuo.
La nostra debolezza sarà forza e vittoria se ripresenterà l’umiltà e la mitezza
del nostro Dio”.
(Cfr Carlo Maria Martini, Lettera di
presentazione del Sinodo 47° della Diocesi
di Milano, 1 febbraio 1995: in Parole alla
Chiesa, parole alla Città, Bologna 2002, 986-989)
Preghiamo
Estendi, o Padre,
a tutta la famiglia umana
il regno di giustizia e di pace
che hai preparato mediante il tuo Unigenito Figlio,
nostro re e salvatore.
Così pace vera e dolcissima sarà donata agli uomini;
i poveri troveranno giustizia;
saranno consolati gli afflitti
e tutte le tribù della terra saranno benedette in lui,
nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
(Liturgia Ambrosiana delle Ore, vol. IV, Tempo Ordinario, II settimana,
Vesperi, giovedì)
XIV STAZIONE
Gesù viene deposto nel sepolcro
Custoditi per sempre
Dal
Vangelo secondo Giovanni (19, 38-40)
Dopo questi fatti, Giuseppe
di Arimatea … chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse.
Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo … e portò
circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il
corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i
Giudei per preparare la sepoltura
Sentimenti
di due amici di Gesù
Il corpo dei condannati alla
crocifissione era giudicato non degno nemmeno della sepoltura. Ma due uomini
autorevoli, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, hanno invece custodito
premurosamente il corpo di Gesù.
“Quale fortuna per me e per
voi – ci dice Giuseppe d’Arimatea – essere diventati discepoli di Gesù! (cfr Mt 27,
57). Prima me ne stavo nascosto. Ora invece trovo in me un grande coraggio. Ho
affrontato persino Pilato per avere il corpo di Gesù (cfr Mt 27,
58). Più che il coraggio, decisivi sono stati l’affetto e la gioia. Sono
contento di avere messo a disposizione una tomba nuova, scavata nella roccia
(cfr Mt 27, 60). Dico a voi:
Amate il nostro Salvatore!”.
Nicodemo potrebbe aggiungere:
“Ho vissuto in ore notturne il mio primo incontro con Gesù. Da lui sono stato
invitato a rinascere dall’alto (cfr Gv 3,
2-15). Solo piano piano ho compreso quelle sue parole. Ora sono qui per onorare
le sue membra. Ho procurato volentieri una mistura di mirra e àloe (cfr Gv 19,
39). Ma la verità è che Egli ha fatto molto di più per me: ha profumato la mia
vita!”
Maria
parla al nostro cuore
“Giovanni mi è stato vicino.
Sotto la croce la mia fede è stata messa a dura prova. Come già avvenne a
Betlemme e poi a Nazaret, anche ora silenziosamente medito (cfr Lc 2,
19. 51). Mi fido di Dio. Non è spenta la mia speranza di madre. Fidatevi anche
voi! Per voi tutti chiedo la grazia di una fede forte. Per coloro che
attraversano giorni bui, la consolazione”.
Preghiamo
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
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