Templari e Portogallo sono uniti
fin dalla nascita dell'Ordine stesso, nel 1118, perché si narra che uno dei
primi cavalieri insigniti fosse originario proprio di una cittadina nei pressi
di Porto. Comunque sia la vicenda di per certo si sa che i Cavalieri
dell'Ordine dei Templari, nati come difensori del Tempio di Gerusalemme, si
stabilirono in Portogallo già dal decennio successivo, giunti nelle terre
iberiche per contribuire alla lotta contro i Mori. Come ricompensa per il supporto
militare fornito il re Alfonso I fece a questo ordine di monaci-guerrieri
diverse donazioni fondiarie di feudi appena liberati dalla presenza moresca.
Nacquero così castelli e fortificazioni eretti in posizioni strategiche, come
ad esempio nei pressi di fiumi, al fine di assicurare una presenza militare
organica e diffusa per la salvaguardia del paese. Le fortezze di Almourol,
Tomar, Ourém e Pombal formavano una sorta di “cintura di sbarramento” contro
l'avanzata degli invasori musulmani nonché come vere e proprie basi di partenza
per la 'Reconquista'. È proprio a Tomar infatti che nel 1190 si arresta il
cammino del califfo Yusuf Yaqub al Mansur che, alla testa di un grande esercito
appoggiato dalle truppe dei re andalusi, aveva già espugnato Torres Noves e
Abrantes. I Templari resistettero a sei giorni di assedio, asserragliati dentro
al castello con la popolazione rifugiata, quando i Mori riuscirono a forzare la
porta sud e a penetrare a migliaia nella cinta esterna delle mura. Un
contrattacco immediato e deciso riuscì a respingere gli aggressori causando una
perdita di vite umane tale che la porta da allora fu chiamata anche “Porta del
Sangue”. I lavori di costruzione del primo
nucleo della fortezza, divenuta successivamente il quartier generale dei
Templari, iniziarono nel 1160 su volere di Gualdim Pais, Gran Maestro
provinciale dell'ordine del Tempio in Porogallo. La sua edificazione venne in
gran parte realizzata a partire dalle pietre prelevate nella città distrutta di
Além da Ponte ("Selium" per i Romani), situata in riva al Nabão.
Ancora oggi si riconoscono alcune pietre dell'antica città dalle iscrizioni che
riportano incise. Il luogo scelto fu la sommità di una collina dalla quale si
poteva dominare con lo sguardo tutta l'area circostante ma che si trovava
sempre nei pressi del suddetto fiume. Il nome Tomar infatti, la cui origine è
araba, significa “acqua fresca”. La struttura originale, un pentagono di forma
irregolare, ha probabilmente preso spunto dall'architettura militare presente
in Terra Santa (da dove proveniva Gualdim Pais) e fu sviluppata con l'uso
congiunto di torri rotonde e quadrate e due cinte murarie: una difensiva
esterna, che comprendeva un ampio spiazzo vuoto libero da costruzioni che
consentisse l'alloggiamento di un grande numero di profughi in caso di attacco,
e una cinta interna che racchiudeva la cittadella templare vera e propria
(alcáçova) sulla quale svettava un grosso torrione (Torre de Menagem), ultimo
baluardo difensivo in caso di cedimento dei precedenti. Di questa primigenia
cittadella oggi purtroppo non si conserva tutto e numerose sono le rovine
invase da piante. Ottimamente conservata e ampliata in epoche successive invece
è la celeberrima chiesa Charola, detta anche Rotunda per la sua eloquente forma
circolare ispirata al Santo Sepolcro e alla Cupola della Roccia di Gerusalemme.
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La Rotunda |
La Charola ©Isabel Giustiniani |
Attorno al nucleo ottagonale interno, nella cui geometria si può individuare lo
schema della croce con la quale si fregiavano gli appartenenti all'Ordine, fu
eretta una struttura fortificata a sedici lati con contrafforti, finestre a
crociera, archi, merloni ornati di croci e campanile, a testimonianza della sua
duplice funzione sia di luogo spirituale come di bastione difensivo. Paradossalmente la perdita di
importanza dei Templari in Portogallo avvenne proprio a seguito delle loro
vittorie e definitiva liberazione del suolo iberico dai Mori. Ma fu soprattutto
la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa che causò il declino degli ordini
militari in tutta Europa. I cavalieri del Tempio erano sempre stati visti come
una struttura tanto potente e ricca da poter adombrare anche il lustro dei
sovrani. Fu per questo motivo che il re di Francia Filippo il Bello,
dissanguato dalle spese per le proprie campagne militari e bisognoso di nuove
risorse, istigò papa Clemente V ad abolire l'Ordine dei Templari per entrare in
possesso, tramite confisca, del loro ingente patrimonio. Dal 1307 vengono mosse
ai componenti dell'Ordine gravi accuse di reati, eresia e idolatria dei più
disparati (accusati persino di adorare un gatto) e la macchina della
“giustizia” entrò in movimento. Furono quindi arrestati, torturati e processati
e molti di loro, tra cui l'ultimo Gran Maestro Jaques de Molay, condannati al
rogo. Dionigi Dinis, allora re del Portogallo,
istituì una commissione di inchiesta presieduta dal vescovo di Lisbona
interrogando e imprigionando 28 Templari. La commissione però non rilevò niente
di condannabile contro lo storico Ordine e i suoi membri che tanto avevano
contribuito al consolidamento del regno portoghese e il re aderì al suo
scioglimento, decretato dal Papa, solo in maniera formale. Con abile mossa
politica infatti, non appena venuto a conoscenza dell'intenzione del Papa di
concedere i beni dei Templari all'Ordine degli Ospitalieri che già avevano
numerosi possedimenti nel suo reame, istituì nel 1318 un altro ordine
religioso-militaresco, l'”Ordem de Cristo”, che rimase attivo fino al 1834,
anno in cui vennero estinti tutti gli ordini religiosi e militari.
La Charola ©Isabel Giustiniani |
Da vedere.
Rovine Casa Capitulo © Isabel Giustiniani |
Si arriva al Convento de Cristo
di Tomar salendo per una stradina stretta, tutta tornanti, che dà
l'impressione, come molte strade interne in Portogallo, di essere semplicemente
una carrettiera asfaltata. Ma anche questa fa parte del piacere della visita:
il panorama che circonda il luogo è altrettanto affascinate della meta verso
cui si sta viaggiando. Dopo aver posteggiato nel
piazzale antistante il complesso si entra dalla Porta di S.Tiago e si
sale per un breve tratto in salita che costeggia le mura dell'alcáçova fino ad
oltrepassare la Porta
del Sole. Qui si apre sullo sfondo l'immagine suggestiva della tondeggiante
chiesa templare della Charola, i cui contrafforti le conferiscono il famoso
aspetto massiccio di fortezza. La si raggiunge attraversando la corte del
castello, coltivata oggi con bei giardini all'italiana, e salite le scale che
portano all'ampia terrazza dominante. Sulla sinistra si ergono le mura
diroccate della Casa del Capítulo, iniziata nel 1545 ma abbandonata dopo
il crollo della copertura. Sulla destra si apre il sontuoso portale
della chiesa: progettato e realizzato attorno al 1530 da João de Castilho
raffigura in pietra calcarea la Vergine Maria col Bambino, sotto un elaborato
baldacchino e contornata da immagini di profeti, vescovi e santi. Nella grande
arcata si trovano anche una miriade di decorazioni rappresentanti aste, guglie,
sfera armillare, unite da corde a simboleggiare il legame tra imprese terrene e
la benevolenza Mariana. Le volte dell'ingresso presentano un misto di
motivi manuelini e rinascimentali. Entrati nella vera e propria Rotunda si assiste ad un
trionfo di architettura romanica in uno scintillare di oro e colori che tolgono
il fiato. Sulle pareti dell'ambulacro, sotto baldacchini dorati in stile
gotico, si possono ammirate statue lignee raffiguranti gli Apostoli al di sopra
dei quali si trovano dipinti con rappresentazioni della vita di Gesù.
Le
colonne sorreggono capitelli con motivi di animali e vegetali mentre i pilastri
dell'ottagono centrale portano anch'essi statue policrome di santi e angeli
sotto fastosi baldacchini. Le pareti decorate con rilievi in
legno dorato culminano, sotto al tetto, in un vertice con le sigle XPS, questo è il Cristo. Si racconta
che qui, nel deambulatorio, i monaci-guerrieri potevano assistere alle
cerimonie religiose anche da cavallo. Nel 1515 la Charola venne inglobata
come abside nella nuova chiesa dell'Ordem de Cristo, su progetto
dell'architetto Diogo de Arruda che realizzò anche la famosa Finestra del
Capitolo, Janela do Capítulo, capolavoro dell'arte manuelina. Questa è
un'opera complessa estremamente ricca di fregi da sembrare fin quasi eccessiva,
ma esprime al pieno lo spirito celebrativo del tempo per i meriti e le imprese
del Portogallo all'apice del suo splendore nei grandi viaggi e conquiste. Le
decorazioni infatti riportano numerose corde e catene marittime, conchiglie e
fiori esotici uniti alle armi araldiche dei re portoghesi e alla croce
dell'Ordine di cristo.
Il portale della Chiesa ©Isabel Giustiniani |
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Janela do Capitulo |
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Terraço da Cera ©Isabel Giustiniani |
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Claustro de D. João III ©Isabel Giustiniani |
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Scala Elicoidale del Claustro de D. João III ©Isabel Giustiniani |
Al suo centro si
trova una fontana il cui basamento riproduce la forma della croce
dell'Ordine di Cristo. Dai quattro angoli del chiostro si elevano altrettante scale
elicoidali che portano alla terrazza superiore chiamata “da Cera” perché un
tempo vi venivano deposti a seccare i favi di miele. Confinante ad esso troviamo poi
il Claustro dos Corvos (Chiostro dei Corvi) sul quale si affacciano
magazzini, le cucine ed il refettorio (splendido nella sua volta
a tutto tondo decorato a cassettoni e con i due pulpiti a mezza sala con fregi
rinascimentali). Al piano superiore gli interessantissimi Corridoio del
Noviziato e Corridoio del Dormitorio (o delle Celle). Queste ultime,
veramente anguste e dotate solo di pagliericcio e due teli, facevano capire
quanto fosse dura la vita del monaco guerriero a quei tempi, la cui esistenza
scandita dalle preghiere che interrompevano la rigida regola del silenzio e le
veglie notturne (Mattutino a mezzanotte, Lodi alle quattro, la Prima Messa alle sei e
via su questo tono) non collima con certa iconografia che letteratura, cinema e
televisione, hanno voluto trasmetterci, nell'eterno mito della ricerca di
tesori nascosti. Nella parte settentrionale del
Convento si trova il Claustro do Pão (Chiostro del Pane), così chiamato
perché era adibito alla distribuzione del pane ai mendicanti. All'esterno, un po' staccato
rispetto al complesso di edifici, si trova il Claustro das Necessárias
(Chiostro delle necessità quotidiane). Come dice il nome qui si assolvevano le
funzioni igieniche di pulizia nonché corporali su istallazioni sanitarie sopra
una fossa sotterranea. Per visitare gli ultimi due
Chiostri, che sono i più antichi, bisogna tornare indietro verso la Rutunda , in quanto di
trovano nella parte originaria della fortezza e furono i primi ad essere
edificati. Il primo in assoluto fu nel XV
secolo il Claustro do Cemitério (Chiostro del Cimitero) il cui perimetro
è pavimentato dalle pietre tumulari dei monaci e dei cavalieri dell'Ordine.
Tutt'intorno le pareti sono rivestite di azulejos bianco e azzurro come le
aiuole del giardino interno.
Chiostro Lavanderia © Isabel Giustiniani |
Decorazioni ad azulejos si
trovano anche nel Claustro da Lavandaria (Chiostro della Lavanderia)
dove appunto si lavavano gli indumenti dei frati. Possedeva inoltre alloggi per
la sevitù, cucine, vari laboratori. Al piano superiore invece trovavano
alloggio monaci e cavalieri. Le vasche serbatoio del
convento e i vari pozzi servivano agli approvvigionamenti idrici ma, quando la
comunità divenne con il tempo sempre più consistente, a cavallo del 1600 fu
costruito l'Acquedotto di Pegões, un imponente progetto di ben 16 km di sviluppo.
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Acquedotto di Pegões |
Tomar, castello Templare per
eccellenza, ha condotto in questi luoghi ricchi di storia molte persone alla
ricerca di piste esoteriche e improbabili vicende segrete dell'Ordine. Anche
scrittori, tra i quali ricordiamo Dan Brown e Umberto Eco, sono rimasti
affascinati dal simbolismo pregnante di queste pietre. Noi viaggiatori
semplici, sebbene avidi di conoscenza, preferiamo lasciarci incantare dalla
bellezza del luogo e dalla magia della Storia che qui sembra essersi
cristallizzata nel momento di massimo splendore degli Ordini
monastico-cavallereschi.
Articolo di Isabel Giustiniani. Tutti i diritti riservati
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